LA LEGGE

TERZA PARTE

Nell'ultimo capitolo del libro d'Esodo, noi abbiamo visto che il tabernacolo è stato eretto da Mosé. In seguito la nuvola coprì la tenda di convegno e la gloria dell'Eterno riempì il tabernacolo. YHVH, che era il Dio d'Israele e anche il loro Re, abitava ormai in mezzo al Suo popolo, come Egli l'aveva promesso.

Fino al momento che il popolo entrò nella terra promessa, la nuvola non cessò d'essere visibile e questo durò durante un periodo di circa quarant'anni. Esodo 40:36-38: "Or durante tutti i loro viaggi, quando la nuvola s'alzava di sul tabernacolo, i figlioli d'Israele partivano; ma se la nuvola non s'alzava, non partivano fino il giorno che s'alzasse. Poiché la nuvola dell'Eterno stava sul tabernacolo durante il giorno; e di notte vi stava un fuoco, vista di tutta la casa d'Israele durante tutti i loro viaggi". Non solamente YHVH era presente d'una maniera permanente, ma soprattutto Egli voleva mostrare al popolo che Egli era in mezzo a loro.

Noi passiamo ora allo studio del libro del Levitico. Questo libro ha tutta la stessa importanza che gli altri libri dell'Antico Testamento, poiché Paolo, rivolgendosi a Timoteo, non esita a scrivere: "Ogni Scrittura (e questo comprende automaticamente il libro del Levitico) è ispirata da Dio e utile ad insegnare, a educare alla giustizia, affinché l'uomo, i Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni opera buona" (II Timoteo 3:16-17). All'epoca quando Paolo scriveva questo, le sue epistole non erano state riunite per fare parte delle Sacre Scritture. Quelle di Pietro e Giovanni, non erano ancora redatte. Cioè a dire, le sole Scritture che esistevano in quell'epoca erano quelle dell'Antico Testamento.

Il libro che stiamo studiando e che è stato dato direttamente a Mosé dall'Eterno porta, il nome di "Levitico" poiché esso e destinato ai Leviti. In questo caso, perché dovrebbe egli interessarci? Per la semplice ragione che egli descrive nei particolari il sistema dei sacrifici che, a partire da quel momento, è imposto da Dio, e per il quale, studiandolo, noi potremo apprezzare meglio il sacrificio di Cristo e capire come noi a nostra volta possiamo divenire dei sacrifici viventi.

Precedentemente vi ho informato dell'esistenza dei sacrifici offerti prima che sia redatto il Levitico. Erano dei sacrifici volontari, di cui Caino e Abele erano al corrente.

Vi è nell'uomo un'incitazione naturale ad offrire in ringraziamento o per paura qualche cosa al suo dio, che sia al vero Dio o al falso dio, e Satana ha utilizzato questa disposizione naturale per incoraggiare l'umanità a rivolgersi verso l'idolatria.

Tuttavia, anche per questi stessi sacrifici volontari, vi erano certe regole da osservare, per offrirli correttamente al Dio vivente e, di conseguenza, era necessario che queste regole siano rivelate all'uomo.

La Bibbia conferma, in Genesi 3:21, dopo la trasgressione dei nostri progenitori: "E l'Eterno Iddio fece a Adamo e alla sua moglie delle tuniche di pelle, e li vestì". Dio utilizzò probabilmente quest'occasione per compiere il primo sacrificio e mostrare ad Adamo ed Eva non solamente come bisognava eseguire ma anche come fare per uccidere gli animali, scuoiarli e tagliarli, ecc. Dio sacrificò uno o due animali alfine di tessere dei vestiti per Adamo ed Eva. Questo fu il loro primo confronto con la morte.

Noi abbiamo già avuto l'occasione di vedere che l'Eterno non aveva dato alcun'istruzione al popolo, all'uscita dall'Egitto, sul soggetto dell'olocausto e dei sacrifici. Però un'altra legge fu data più tardi poiché la gran legge eterna era stata trasgredita.

Questa seconda legge richiedeva dei duri lavori fisici, dunque degli sforzi, ma anche del tempo e del denaro. E' ciò che il Nuovo Testamento chiama "le opere della legge". Questa legge era destinata a fare riflettere il popolo d'Israele, e a dissuaderlo da commettere una trasgressione.

Noi andremo a scoprire che vi erano dei sacrifici di sangue e altri senza sangue. Per i primi, si poteva presentare un giovane toro, un vitello, un agnello, una capra, delle tortore, dei piccioni. Doveva trattarsi d'animali puri e con una buona condizione fisica. L'uomo lavorava con questi animali domestici, egli dipendeva da loro per le sue risorse finanziarie, e offrirli in sacrificio si trattava in fine dei conti di un sacrificio finanziario. Per quelli che non erano con sangue, si presentava il fiore di farina, delle focacce o delle gallette senza lievito. Tutto questo era una rappresentazione di Cristo.

Levitico 1:1-2: "L'Eterno chiamò Mosé e gli parlò della tenda di convegno, dicendo: parla ai figlioli d'Israele e di loro: quando qualcuno tra voi (non si tratta d'un Levita, d'un sacerdote, ma di qualcun'altro che non aveva nulla a che vedere con il sacerdozio) recherà un'offerta all'Eterno, l'offerta che recherete sarà di bestiame: di capi d'armento o di capi di gregge".

In Oriente, quando qualcuno s'avvicina ad un superiore o ad un gran personaggio, l'uso è di offrire un omaggio un'offerta, con la speranza d'ottenere il favore, la grazia stessa di questo superiore.

Provate di ben capire tutta l'importanza dell'offerta e degli obblighi. Vi era tutto un cerimoniale da seguire ed era necessario compiere diverse opere imposte da questa legge, delle opere che necesssitavano dei duri lavori fisici.

Levitico 1:3: "Se la sua offerta è un olocausto di capi d'armento o di capi di gregge (l'olocausto è un sacrificio dove la vittima è interamente consumata dal fuoco), offrirà un maschio senza difetto (…)" L'animale non doveva avere alcun'imperfezione fisica, poiché qui, più che in ogni altro sacrificio, esso rappresentava Cristo. Ecco perché il sacerdote doveva esaminare meticolosamente gli animali prima del loro sacrificio, poiché Dio ci dà quello che ha di migliore e che vuole quello che è c'è di migliore. Egli si aspetta dunque a che noi doniamo il migliore di noi stessi.

Il sacrificio di grossi animali offerti per questi olocausti, a volte chiaramente offerte da consumare, da bruciare direttamente con il fuoco, richiedeva un animale maschio. Vi è però un'eccezione che si trova in Samuele 6:14 dove si offrirono in olocausto le due mucche che erano attaccate al carro trasportando l'arca. E' possibile che, se queste due vacche fossero state vendute, gli uomini si sarebbero formati delle idee superstiziose al loro soggetto e che avrebbero iniziato ad adorarle.

Ma ritorniamo a Levitico 1:3-4: "Se la sua offerta è un olocausto di capi d'armento, offrirà un maschio senza difetto; l'offrirà; l'offrirà all'ingresso della tenda di convegno per ottenere il favore dell'Eterno. E poserà la mano sulla testa dell'olocausto, il quale sarà accetto dall'Eterno, per fare l'espiazione per lui", cioè a dire affinchè sia un olocausto che serve a soddisfare Dio, a piacergli, a riconciliarsi con Dio e ad ottenere il Suo favore, come noi l'abbiamo letto nel versetto precedente. Quest'olocausto, che non ha nulla da vedere con il peccato, deve esserGli di un odore soave.

L'olocausto rappresenta Cristo compiendo ciò che l'uomo non avrebbe mai smesso di fare davanti a Dio. E questo è descritto in Romani 12:1: "Io vi esorto dunque, per le compassioni di Dio (per l'amore che Egli ha per ciascuno di noi), a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo accetto a Dio; il che è il vostro culto spirituale." E' così che noi ci presentiamo davanti a Dio? E' quello che doveva essere l'olocausto, è quello che fu per Dio il sacrificio di Cristo, poiché Gesù non aveva l'attitudine del peccare, nessuna trasgressione Gli è stata permessa. Questo può essere stupefacente, ma non dimentichiamo, che non ci sarebbe stato alcun altro Salvatore per pagare l'ammenda dei Suoi peccati, se Egli ne avesse commessi. Egli doveva essere il Salvatore. Nessuno poteva divenirlo per Lui.

Efesini 5:2: "Camminate nell'amore come anche Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio, qual profumo d'odore soave". Cristo ha vissuto per servire Dio e ubbidirGli in ogni cosa. Egli ci ha detto: "Se uno vuole venire dietro a me (se vuole seguirmi e divenire Mio discepolo), rinunzi a se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua" (Luca 9:23).

Notate bene che questo non ci è imposto, è una scelta personale che noi facciamo giornalmente, in ogni momento: Vogliamo noi seguire Cristo, seguire la parola di Dio che è la verità, o praticare ciò che ci piace, fare dei compromessi, ascoltare la nostra natura umana e il mondo con le sue tentazioni?

Ritorniamo a Levitico 1:5: Poi scannerà il vitello davanti all'Eterno; e i sacerdoti, figlioli d'Aaronne, offriranno il sangue, e lo spargeranno tutt'intorno sull'altare, che è all'ingresso della tenda di convegno". Era necessario di spandere il sangue intorno all'altare, poiché il sangue, è la vita e che Gesù ha sparso il Suo sangue e ha dato così la Sua vita per tutti.

Versetti 6-9: "Si trarrà quindi la pelle dall'olocausto, e lo taglierà a pezzi. E i figlioli del sacerdote Aaronne metteranno delle legna sul fuoco. Poi i sacerdoti, figlioli d'Aaronne, disporranno quei pezzi, la testa e il grasso, sulle legna messe sul fuoco sopra l'altare; ma le interiora e le gambe si laveranno con acqua, e il sacerdote farà fumare ogni cosa sull'altare, come un olocausto, un sacrificio di soave odore, fatto mediante il fuoco all'Eterno".

La testa dell'animale rappresenta la volontà, sarebbe a dire il codice di condotta che noi decidiamo di seguire: sia la volontà di Dio, sia la nostra. La parte interiore dell'animale rappresenta le nostre emozioni, i nostri affetti, ciò che noi amiamo in fondo a noi stessi. Le gambe sono il nostro modo di vivere. Noi camminiamo come Cristo ha camminato, noi viviamo come Egli ha vissuto, noi dirigiamo la nostra vita secondo la verità, secondo la parola di Dio, o no. Il grasso, è l'energia, la vitalità, è la nostra salute spirituale.

Notate che tutto deve effettuarsi secondo un ordine ben preciso, minuziosamente, secondo il rigore di Dio. Molti pretendono che ciò che è fisico non ha importanza, ma noi possiamo constatare che coloro che non hanno la padronanza della loro vita fisica non pervengono a orientare la loro vita spirituale.

La legge dei sacrifici era profetica e illustrava, in diverse maniere, l'opera che il Messia verrebbe a compiere più tardi. Ma in alcun modo questi sacrifici non erano destinati a cancellare i peccati del popolo, come Paolo lo conferma in Ebrei 10:4: "Perché è impossibile che il sangue di tori e di tori tolga i peccati". Tutto questo faceva parte di ciò che si chiamava i rituali, era nello stesso tempo una legislazione ufficiale descritta nei protocolli di corte, sarebbe a dire il cerimoniale in uso in una corte, dopo che un re, un grande personaggio, e, qui, è l'insieme di tutti gli usi, delle formalità a rispettare per il re d'Israele. Effettivamente, quando la legge dei sacrifici e delle offerte è stata ordinata, YHVH era nel tabernacolo, con la Sua corte, con i Suoi angeli che L'attorniavano.

Il sistema levitico sarà ristabilito dopo il ritorno di Cristo, come lo conferma Geremia 33:14-18; Zaccaria 14:21; Ezechiele 44. Per il momento, questa legge è stata semplicemente messa da parte, messa a parte momentaneamente (vedi Ebrei 10:9 dove la parola "abolire" ha il significato di mettere da parte). I sacrifici descritti nel libro del Levitico devono focalizzare la nostra attenzione su Gesù Cristo e questo in tre modi diversi.

Per offrire un sacrificio, era necessario di avere:

1. Qualcuno per offrire il sacrificio;
2. Un animale da sacrificare;
3. Un sacerdote.

Ora Gesù è Colui che ha offerto il sacrificio. In effetti, Paolo ci conferma che Cristo "Spogliò se stesso" della Sua divinità per divenire "simile agli uomini" e che "umiliò se stesso". Filippesi 2:6-8: "prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini; ed essendo trovato nell'esteriore come un uomo, abbassò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte della croce". Giovanni 10:17-18: "Per questo mi ama il Padre; perché io depongo la mia vita, per ripigliarla poi. Nessuno me la toglie, ma la depongo da me. Io ho podestà di deporla e ho podestà di ripigliarla. Quest'ordine ho ricevuto dal Padre mio".

Niente che per questi due passaggi biblici, noi possiamo comprendere che Cristo ha non solamente offerto il sacrificio, ma che Egli s'è offerto Se stesso, abbandonando la Sua divinità per poter morire e divenire il sacrificio supremo per tutti.

Gesù è anche il sacerdote, Ebrei 4:14-15: "Avendo noi dunque un gran Sommo Sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figliolo di Dio, riteniamo fermamente la professione della nostra fede. Perché non abbiamo un Sommo Sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre infermità; ma ne abbiamo uno che in ogni cosa è stato tentato come noi, però senza peccare". E' così che Egli solo, Gesù ha adempiute le tre condizioni necessarie per l'adempimento dei sacrifici.

Alla fine di questo primo capitolo, il modo d'offrire il minuto bestiame o degli uccelli è spiegato e vi permetterà di capire la procedura da seguire.

Noi passiamo adesso al secondo capitolo. Levitico 2:1: "Quando qualcuno presenterà all'Eterno come offerta un'oblazione, la sua offerta sarà di fior di farina; vi verserà sopra dell'olio e v'aggiungerà dell'incenso." Noi ci troviamo qui davanti a ciò che è ancora chiamato "dei cibi non con sangue". Il fior di farina è una farina molto fine, senza impurità. Colui che faceva questa offerta doveva mischiare l'olio e la farina, versare ancora dell'olio sopra e portare con lui dell'incenso. Gli olocausti rappresentavano l'opera compiuta da Cristo in favore dell'umanità. Il cibo detto non con sangue, focacce e gallette, rappresentavano anche l'opera dell'uomo verso il suo prossimo.

Non ci è possibile di compiere il nostro dovere verso il nostro prossimo, se noi non compiamo prima di tutto il nostro dovere verso Dio. E' ciò che Cristo ci fa capire dicendo: "Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima tua e con tutta la mente tua! Questo è il grande e primo comandamento." Ed Egli aggiunge: "Il secondo, simile a lui, è; (che a dunque la stessa importanza, ugnale valore che il primo) Ama il tuo prossimo come te stesso" (Matteo 22:37-39). E anche ciò che l'apostolo Giovanni conferma: "Da questo conosciamo che amiamo i figlioli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi" (I Giovanni 5:2-3).

Per trasformare i grani in fior di farina fine, bisogna batterli, frantumarli, schiacciarli, macinarli e infine ridurli in una farina fine. Ma una persona che prova a servire il suo prossimo deve prepararsi ad essere di tanto in tanto battuto, frantumato schiacciato, nel senso figurato ben inteso. Quando proviamo ad aiutare gli altri, essi non capiscono sempre le nostre motivazioni e non percepiscono le cose come noi le vediamo. Si, è difficile d'aiutare gli altri, poiché essi vi attribuiscono dei motivi sospetti e finiscono per accusarci di tutte loro le disgrazie. Ma quello che noi dimentichiamo troppo facilmente anche, è la nostra fiertà, la nostra propria giustizia che è la causa della maggior parte dei problemi che noi incontriamo con gli altri.

Se il nostro vecchio uomo era veramente morto e che qualcuno ci discredita, la nostra attitudine dovrebbe spingerci a risentire la tristezza per queste persone e non ad inquietarci per noi. Dopo tutto , cosa può temere un uomo veramente morto? Ecco perché noi dovremmo domandarci fino dove il nostro vecchio uomo è morto. Può ancora risvegliarsi, insorgere e offuscarsi di ciò che di lui è detto e di ciò che di lui è fatto? Un vecchio uomo morto non ha più gli stessi sentimenti, la sua natura umana è morta con lui. Se il nostro vecchio uomo era spiritualmente morto, noi saremmo poco sensibili al modo in cui il mondo ci tratta o ci maltratta.

Levitico 2:2: "E la porterà ai sacerdoti figlioli d'Aaronne; e il sacerdote prenderà una manata piena del fior di farina spruzzata d'olio, con tutto l'incenso, e farà fumare ogni cosa sull'altare come ricordanza. Questo è un sacrificio di soave odore, fatto mediante il fuoco all'Eterno".

Notiamo che una sola manata di farina era bruciata, l'olio era sparso sulla farina e il resto era dato al sacerdote, ad eccezione tuttavia dell'incenso che, lui, doveva essere interamente bruciato, poiché non era di alcun interesse per il pasto del sacerdote. L'incenso dà tutto il suo profumo che se è sottomesso alla prova del fuoco ed egli simbolizza le preghiere dei santi che salgono verso Dio (Apocalisse 5:8) e che non emettono tutto il loro profumo che sotto la prova del fuoco. L'olio versato sulla farina e che impregnava codesta era il simbolo dello Spirito Santo che non ha cessato d'impregnare la vita di Cristo.

In seguito è questione nel resto di questo capitolo, delle focacce e delle gallette senza lievito. Tutto doveva essere senza lievito, poiché Cristo è stato Egli stesso senza lievito, senza peccato. Queste focacce non potevano essere fatte con il miele poiché il miele fermenta al forte calore e si guasta. Le offerte dovevano essere accompagnate dal sale, che simbolizza i veri cristiani che sono il sale della terra (Matteo 5:13).

Al capitolo 3, noi scopriamo i sacrifici d'azione di grazie o di pace. Si poteva offrire un animale maschio o femmina. Il grasso che copre i visceri così come tutto quello che vi è attaccato era offerto all'Eterno con i due rognoni e il grasso che copre i fianchi, senza dimenticare il gran lobo del fegato. Tutto ciò era bruciato sull'altare. La persona che faceva questa offerta doveva essa stessa sgozzare l'animale e tagliarlo per togliere il grasso e i rognoni.

Il capitolo 7 aggiunge che il sacerdote riceveva il petto e la spalla destra. Il resto dell'animale ritornava a colui che aveva offerto il sacrificio, egli poteva mangiarlo in famiglia, come il sacerdote poteva mangiare in famiglia quello che gli era stato lasciato. Non perdiamo di vista che il piano divino e un piano familiare. Esso ha lo scopo di condurci tutti insieme verso Dio, nella pace e con Gesù Cristo.

E noi giungiamo al capitolo 4 dove è questione dei sacrifici d'espiazione. Noi constatiamo che, se qualcuno trasgredisce involontariamente uno di questi comandamenti, Dio lo rende responsabile. Questo capitolo dimostra che il grado della conoscenza va di pari con le responsabilità; più se ne hanno, più il sacrificio deve essere importante e più severo sarà il giudizio. Se un sacerdote o tutta l'assemblea aveva peccato involontariamente, doveva offrire un toro giovane; se era un capo, egli doveva offrire un capro e se era qualcuno del popolo, egli doveva offrire una capra o un agnello.

Perché contrariamente alla Pasqua, una capra, cioè a dire, un'animale femmina, è qui autorizzata? Poiché, quello che era necessario per l'espiazione, è che si spanda e che la morte segua. La morte di Gesù Cristo può essere rappresentata da un animale maschio o femmina, secondo il desiderio espresso da Dio.

Vi è però qualcosa di diverso. Tutto quello che era offerto all'Eterno per i sacrifici d'azione di grazia o di pace lo erano sempre per questi sacrifici d'espiazione, ma nessuno doveva ricevere il resto dell'animale. Levitico 4:10-12: "E la rete del fegato, che staccherà vicino agli arnioni, nello stesso modo che queste parti si tolgono dal bue del sacrificio d'azione di grazie; e il sacerdote le farà fumare sull'altare degli olocausti. Ma la pelle del giovenco e tutta la sua carne, con la sua testa, le sue gambe, le sue interiora e i suoi escrementi, il giovenco intero, lo porterà fuori del campo, in un luogo puro, dove si getteranno le ceneri; e si brucerà col fuoco, su delle legna; sarà bruciato sul mucchio delle ceneri".

Il lavoro fisico era qui più importante, poiché bisognava trasportare i pezzi dell'animale fuori del campo e bruciarli guardando che siano ben consumati.

Cristo è anche intervenuto nel sacrificio espiatorio, poiché numerosi passaggi biblici, particolarmente I Giovanni 2:2, ci informano che Egli è stato una vittima espiatoria.

Restano adesso i sacrifici di colpevolezza di cui è questione nella seconda parte del capitolo 5. Si tratta qui delle trasgressioni commesse involontariamente riguardo alle cose consacrate all'Eterno.

E' colui che avrebbe dimenticato di pagare la decima o di riscattare il suo primogenito, colui che avrebbe trasgredito le ordinanze relative alle primizie ecc.: tutte le cose che custodiscono i valori di oggi e che sono ancora in applicazione in questo ventesimo secolo. Ma poiché in Levitico 7:7 ci conferma che la legge per questi sacrifici è identica a quelle relative ai sacrifici d'espiazione, legge che noi abbiamo già esaminato nel capitolo 4, non ci ritornerò.

Ora una questione viene immediatamente nella mente. Di tutti questi rituali fisici, cosa bisogna ancora osservare? Più nulla! E' ciò che ci fa comprendere Ebrei 9:9-10: "Esso è una figura per il tempo attuale, conformemente alla quale s'offrono doni e sacrifici che non possono, quanto alla coscienza, rendere perfetto colui che offre il culto, poiché si tratta solo di cibi, insomma di regole carnali imposte fino al tempo della riforma (fino alla morte di Cristo che fu il sacrificio supremo)."

Di conseguenza, noi non dobbiamo più offrire degli animali in sacrificio, né delle vivande, né delle focacce. E nemmeno delle bevande o delle libazioni, come questo era richiesto nel libro d'Esodo ai capitoli 25 e 29. E nemmeno abluzioni, poiché oggi, queste sono le acque vive dello Spirito Santo che sostituiscono queste abluzioni. Tutto questo è stato scartato, messo da parte! Per questo motivo, noi dobbiamo sempre vedere la parte spirituale che rappresentano tutti questi rituali e noi dobbiamo offrire i nostri corpi in sacrificio e ricordarci che le nostre preghiere sono come un profumo che sale verso Dio, ecc.

Proseguiamo ora lo studio della legge nel Levitico:

Levitico 5:1: "Quando una persona, dopo aver udito dal giudice la formula del giuramento, nella sua qualità di testimonio pecca non dichiarando ciò che ha veduto o altrimenti conosciuto, porterà la pena della sua iniquità". Questo è sempre valevole ai nostri giorni. Se ci si domanda di testimoniare dicendo ciò che abbiamo visto o ciò che sappiamo, noi dobbiamo dichiararlo, ma vegliando a non spandere dei falsi rumori. Ciò che noi affermiamo deve essere basato sulla verità e non su delle supposizioni, dei rumori o dei sentito dire.

Tuttavia, se noi testimoniamo, noi non dobbiamo ne giurare ne prestare giuramento, conformemente a quello che Cristo ci chiede in Matteo 5: 33: 37 e a ciò che è confermato in Giacomo 5:12. Se noi siamo chiamati a presentarci davanti ad un giudice o ad un tribunale, facciamo sapere rapidamente alla persona che ci convoca che noi non potremo deporre sotto giuramento.

Levitico 5:21-24: "Quando uno peccherà ,e commetterà un'infedeltà verso l'Eterno, negando al suo prossimo un deposito da lui ricevuto, o un pegno messo nelle sue mani. O una cosa che ha rubata o estorta con frode al prossimo, o una cosa perduta che ha trovata, e mentendo a questo proposito e giurando il falso circa una delle cose nelle quali l'uomo può peccare, quando avrà così peccato e si sarà reso colpevole, restituirà la cosa rubata o estorta con frode, o il deposito che gli era stato confidato, o l'oggetto perduto che ha trovato, o qualunque cosa circa la quale abbia giurato il falso. Ne farà la restituzione per intero e v'aggiungerà un quinto in più, consegnandola al proprietario il giorno stesso che offrirà il suo sacrificio di riparazione".

Questi versetti sono semplici e facili a comprendere. Se voi trovate qualcosa e che non lo dichiarate, voi siete colpevole, se qualcuno vi affida un oggetto per consegnarlo ad un'altra persona e che lei omette di consegnarlo affermando di non averlo ricevuto, vi è secondo il caso, furto o frode. Se in tutta fiducia, vi si rilascia un qualsiasi bene o della mercanzia da vendere, se voi la vendete e, invece di pagare al proprietario il valore della mercanzia, voi tenete il denaro per i vostri bisogni personali, dunque senza avere avvertito il proprietario, senza avere ottenuto il suo consenso, vi è una frode e un furto secondo le circostanze.

Questa legge è una legge nazionale, la restituzione di un quinto è una legge prevista per la nazione d'Israele. Tuttavia la sua attuazione è sempre in vigore. Facciamo bene la differenza tra i rapporti commerciali con una società dove, per esempio, ogni parte sa che essa prende dei rischi, e dei rapporti che noi possiamo avere fra fratelli o con qualcuno che prova di aiutarci.

In seguito l'Eterno ha adempiuto un prodigio. Levitico 9:23-24: "E Mosé ed Aaronne entrarono nella tenda di convegno; poi uscirono e benedissero il popolo; e la gloria dell'Eterno apparve a tutto il popolo. Un fuoco uscì dalla presenza dell'Eterno e consumò sull'altare l'olocausto e i grassi; e tutto il popolo lo vide, diede in grida d'esultanza, e si prostrò con la faccia a terra".

L'Eterno mostrò al popolo la Sua presenza con un bagliore raggiante e un fuoco che usciva dall'altare, consumando all'istante l'olocausto e i grassi. Questo fu talmente impressionante in allegrezza che il popolo si gettò con la faccia a terra, e si trovò così contro la polvere da dove è stato tratto.

Questa fiamma che Dio aveva acceso non doveva mai spegnersi, essa doveva essere mantenuta in perpetuo, ciò che non fu il caso e causò la morte dei figli d'Aaronne, Nadab e Abihu. Il fuoco è uno dei simboli fisici dello Spirito Santo e, come Egli ha acceso questo fuoco in una maniera soprannaturale, Dio ci concede anche lo Spirito Santo in una maniera soprannaturale. Da parte nostra, noi dobbiamo essere molto attenti e vigilare affinché non si spenga (I Tessalonicesi 5:19).

Il giorno della Pentecoste, quando la Chiesa del Nuovo Testamento ricevette lo Spirito Santo, delle lingue di fuoco apparvero, divise le une dalle altre, e si posarono su ciascuno di coloro che erano presenti. Dio compì questo miracolo alfine che essi sappiano che la potenza di Dio, il pensiero di Dio era entrato in loro.

Levitico 7:23-25: "Perché chiunque mangerà del grasso degli animali che si offrono in sacrificio mediante il fuoco all'Eterno, quel tale sarà sterminato di fra il suo popolo".

E' questione qui del grasso del bue, d'agnello o della capra, dunque di questo grosso e minuto bestiame. Questo era già menzionato in Levitico 3:14-17. Tuttavia, si può mangiare una carne con infiltrazioni di grasso, questo è un segno di qualità. In effetti, noi leggiamo in Nehemia 8:10: "Andate, mangiate vivande grasse (…)" L'apostolo Luca aggiunge: "Menate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, e mangiamo e rallegriamoci" (Luca 15:23). Bisogna dunque fare la differenza tra il grasso del quadrupede e la carne grassa. Si può mangiare il grasso dell'oca, poiché qui non è questione d'uccelli in questa proibizione.

Noi giungiamo ora al capitolo 11 del libro del Levitico. Questo capitolo tratta delle carni pure e impure, ed è molto importante di ben capire. Prima di tutto noi dobbiamo riconoscere che tutti gli animali sono stati creati da Dio e, ben inteso, vi sono diverse ragioni per questo.

L'Eterno ha voluto dare all'uomo degli animali destinati per servirsene come nutrimento, ma non tutti sono stati creati per questo scopo. Certi sono destinati ad aiutarlo, a portarlo, a tirare i suoi carichi, è il caso del cavallo. Altri sono carnivori e il loro ruolo e di distruggere gli animali ammalati. E' il caso dei leoni, per non citare che questi, che cacciano gli antilopi e che prendono i più deboli, quelli che sono malati o feriti o che hanno un difetto fisico che li impedisce di fuggire molto rapidamente.

Vi sono degli animali come il pavone, destinato a mostrarci una delle bellezze della creazione di Dio. Come ci sono gli uccelli che mantengono un buon equilibrio fra gli insetti, la flora e la sua riproduzione, fin quanto l'uomo non viene a perturbare questo equilibrio con gli insetticidi.

Vi sono anche i divoratori di carogne, gli sfangatori, coloro che eliminano dalla superficie della terra tutto quello che potrebbe marcire e provocare delle epidemie. Io penso qui al porco e al cinghiale che non esitano a mangiare delle bestie morte, che questi siano nelle cascine nei campi o nelle foreste. Ora l'uomo fa un allevamento intensivo di maiali, questo provoca una serie di catastrofi com'è il caso con le foreste o i margini coltivati. Si spinge l'allevamento in un modo intensivo per guadagnare un massimo di denaro e noi abbiamo la peste porcina, le mucche pazze di cui il cervello e colpito da diversi virus che si trasmettono all'uomo.

Quanto a ciò che vive nel mare, i crostacei e molluschi sono gli sfangatori dei mari e degli oceani, tutte le conchiglie sono dei filtri.

Quando voi avete un'ulcera allo stomaco o diverse malattie, avviene che il medico, che, ignora tutto delle leggi divine, vi chiede di non mangiare più di questi animali, questi crostacei e queste conghiglie, ma egli vi autorizza a mangiare qualunque cosa dal momento che siete guarito: Che paradosso!

Nello studio messo a vostra disposizione e apparsa nelle rivista americana The Biological Therapy, il professore Hans Heinrich Reckeweg conferma che la carne di porco provoca degli accessi, dei foruncoli, l'appendicite, dei disturbi epatici, delle eruzioni cutanee. Egli conferma che l'aumentare dei casi di cancro è spaventoso fra coloro che mangiano questa carne dichiarata da Dio impura al consumo. Egli aggiunge che nel corso degli anni, hanno scoperto che molte altre malattie, tali che l'artrite e l'artrosi, erano in larga misura provocati dal consumo delle carni porcine. Tuttavia, non credete soprattuto che, se uno fra noi è colpito da una di queste malattie, è perché egli continua a mangiare delle carni impure. No, noi abbiamo forse accumulato sufficientemente delle tossine durante gli anni passati che portano a delle conseguenze oggi. In più Dio, che conosce il corpo umano che Egli ha creato, punisce l'iniquità dei padri sui loro figli fino alla terza e alla quarta generazione. Non è questione qui che di trasgressioni fisiche, di trasgressioni delle leggi della salute. Noi abbiamo dunque accumulato da qualche generazione precedente, potendo risalire fino alla terza o alla quarta, diversi veleni, differenti tossine che, forse, ci danno qualche fastidio sulla salute.

Esaminiamo ciò che l'Eterno ci fa comprendere con degli esempi molto semplici. Suppongo che lei fa molta differenza tra le carni pure e le carni impure, io mi limiterò dunque solamente a qualche spiegazione.

Quando noi troviamo la parola impuro sul soggetto degli alimenti, questa parola è tradotta in dall'ebraico tame che significa "sporco, sudicio, abominevole, infame, contaminato, impuro". Noi non dobbiamo mangiare delle carni che sporcherebbero, imbratterebbero, polluerebbero il nostro corpo, delle carni che Dio considera come abominevoli e infami, noi non dobbiamo consumarle. Ancora una volta, tutti questi animali dove la carne è considerata come impura hanno la loro ragione di essere, ma Dio non li ha creati per il nostro consumo. E' lo stesso per certe piante o certi funghi, non tutti sono buoni per il consumo, benchè essi abbiamo la loro ragione d'essere.

Levitico 11:3: "Mangerete d'ogni animale che ha l'unghia spartita e il piede forcuto, e che rumina". I bovini hanno l'unghia spartita e il piede forcuto e hanno lo zoccolo diviso in due punte formando come una forca. Non è il caso del cavallo, ad esempio, che ha lo zoccolo rotondo, non è diviso, senza punta. Egli deve dunque essere eliminato dalla nostra alimentazione, tanto più che non rumina. Il porco ha l'unghia spartita e il piede forcuto ma, come non rumina, egli deve essere eliminato come il cavallo. Il coniglio e la lepre non hanno lo zoccolo, non dobbiamo mangiarli.

Levitico 11:9: "Questi sono gli animali che potrete mangiare fra tutti quelli che sono nell'acqua. Mangerete tutto ciò che ha pinne e scaglie nelle acque, tanto nei mari quanto nei fiumi". Gli animali acquatici che non hanno né pinne né scaglie devono essere tolti dalla nostra tavola. Notate che Dio non dice: "Ecco i pesci…". Noi dobbiamo dunque eliminare anche gli animali acquatici che non sono dei pesci e, che non hanno delle pinne e delle scaglie. E' il caso di tutti e le conghiglie, di tutti i crostacei, i polpi, i ricci di mare, le lumache di mare, ecc.

In seguito, iniziando dal versetto 13, l'Eterno ci dà una lista d'uccelli che noi non dobbiamo mangiare. Esaminando ogni specie citata, voi capirete facilmente che:

1. Non è il caso di mangiare un uccello da preda;
2. Anche quello che rapisce il suo nutrimento in volo, deve portarlo a terra per mangiarlo, senza tenerlo con una zampa e senza strapparlo, come fanno i predatori di carogne;
3. Essi devono avere un dito medio allungato (il dito di mezzo) e un dito posteriore;
4. Essi devono avere un dito anteriore d'una parte della gruccia e un dito posteriore dall'altra parte;
5. Essi devono avere il gozzo;
6. Essi devono avere un ventriglio di cui il rivestimento interno è facilmente staccabile.

Gli uccelli puri hanno tutte queste caratteristiche, mentre ne manca una o più per gli uccelli impuri.

E per finire con il nutrimento, l'Eterno diede una lista di qualche locusta (o cavalletta) che noi possiamo mangiare. Voi potrete esaminare tutto questo in ogni particolare iniziando dal versetto 20.

Colui che toccava il cadavere di uno di questi animali impuri, a sua volta diventava impuro, ma vi ricordo che la legge delle impurità è stata messa da parte, le abluzioni essendo state date fino all'epoca della riforma, sarebbe a dire fino alla morte di Cristo.

Certi preconizzano il vegetarianismo o il vegetalismo. Cosa bisogna pensare? Il Grande Larousse Enciclopedico in dieci volumi dà la definizione seguente:

Vegetalismo: "Regime di persone che si nutriscono esclusivamente di vegetali."

Vegetarianismo: "Sistema d'alimentazione nelle quali si sopprime ogni specie di carni o i loro derivati immediati (vegetarianismo), o anche tutti i prodotti d'origine animale: uova, latte, ecc. (vegetalismo). Enciclopedia Storica. Il vegetarianismo o sistema di Pitagora fu praticato in ogni tempo: con opinioni filosofiche presso le popolazioni bramaniche dell'India, con penitenze negli ordini monastici, per necessità presso i popoli poveri, per gusto infine per le persone appartenenti ad ogni razza e a tutte le categorie sociali. Il vegetarianismo ha i suoi inconvenienti. Bisogna tenere conto che l'uomo è onnivoro per i suoi denti e la lunghezza del suo intestino; che, in più, egli è abituato da numerose generazioni a quest'alimentazione mista. D'altronde, se i vegetali contengono degli zuccheri, dei grassi e delle proteine, queste ultime sono in minima quantità e non sono di facile assimilazione, ciò porta ad assorbire delle quantità considerevoli in alimenti. Il regime vegetariano lascia in'oltre dei rifiuti in proporzione esagerata e produce una tendenza all'alcalosi, sopratutto in dei soggetti che hanno un'attività muscolare ridotta".

Cosa ne dice la Bibbia? I Tim. 4:1-5: "Ma lo Spirito dice espressamente che nei tempi a venire alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori, e a dottrine di demoni per via dell'ipocrisia d'uomini che proferiranno menzogna, segnati di un marchio nella loro coscienza; i quali vieteranno l'astensione da cibi che Dio ha creati affinché quelli che credono e hanno ben conosciuta la verità, ne usino con rendimento di grazie. Poiché tutto quello che Dio ha creato è buono: e nulla è da riprovare, se usato con rendimento di grazie; perché è santificato dalla parola di dio e dalla preghiera." Non mangiare la carne è dunque una dottrina di demoni.

Bisogna notare che questo passo non si applica per nulla alle carni impure, a quelle che Dio proibisce per il consumo all'uomo. Le carni impure non possono essere santificate da Dio, poiché Egli ne proibisce il consumo. Esse non sono dunque degli alimenti. Mentre, Dio ha creato degli animali puri affinché noi possiamo mangiarne. E' certo che Adamo ed Eva avevano dei canini per mangiare della carne, e il tubo digestivo dell'uomo contiene tutta la struttura necessaria per digerire i costituenti della carne.

Noé e i suoi figli mangiarono della carne, è quello che Dio ci fa capire facendo la distinzione tra gli animali puri e gli animali impuri che dovevano entrare nell'arca: "D'ogni specie d'animali puri prendine sette paia, maschi e femmina; e degli animali impuri un paio, maschio e femmina" (Genesi 7:2). Questa distinzione sarebbe stata inutile se, all'epoca, gli uomini fossero stati vegetariani.

Ad Adamo ed Eva l'Eterno dichiarò: "Ecco io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, ed ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento" (Genesi 1:29). Questo passaggio non significa per nulla che la carne era esclusa dall'alimentazione d'Adamo, e il gregge d'Abele non poteva trovare la sua ragione di essere unicamente con il latte.

Noé lui stesso si nutriva di carne. L'Eterno gli disse: "E tu prendi d'ogni cibo che si mangia, e fattene provvista, perché serva di nutrimento a te e a loro" (Genesi 6:21). Dicendo: "Prendi d'ogni alimento che si mangia", l'Eterno fece una restrizione che non esiste per i vegetali, come si constata in Genesi 1:29. Questa restrizione si riferisce solo agli animali che hanno la carne impura per il consumo dell'uomo.

Ricordando all'antico Israele la legge relativa alle carni pure e impure, l'Eterno diede nello stesso tempo l'ordine di mangiarne. Vediamo il modo in cui Egli si esprime: "Questi sono gli animali che potrete mangiare fra le bestie che sono sulla terra. Mangerete d'ogni animale che ha l'unghia spartita e ha il piede forcuto e che rumina. (…) Questi sono gli animali che potrete mangiare fra tutti quelli che hanno pinne e scaglie nelle acque (…)" (Levitico 11:2-3, 9). Ripetendo questa legge. Mosè ha scritto: "Questi sono gli animali dei quali potrete mangiare: il bue, la pecora e la capra; il cervo, la gazzella, il daino, lo stambecco, l'antilope, il capriolo e il camoscio. Potrete mangiare d'ogni animale che ha l'unghia spartita, e il piede forcuto, e che rumina (…) Fra tutti gli animali che vivono nelle acque, potrete mangiare di tutti quelli che non hanno pinne e squame; considerateli come impuri. (…) Potrete mangiare di qualunque uccello puro" (Deuteronomio 14: 4-6, 9, 11).

Abrahamo mangiò della carne con l'Eterno: "L'Eterno apparve ad Abrahamo alle querce di Mamre, mentre questi sedeva all'ingresso della sua tenda durante il caldo del giorno. Abrahamo alzò gli occhi, ed ecco che sorsero tre uomini, i quali stavano dinanzi a lui. (…) Poi Abrahamo corse all'armento, ne tolse un vitello tenero e buono, e lo diede ad un servo, il quale s'affrettò a prepararlo. E prese del burro, del latte e il vitello ch'era stato preparato, e li porse davanti a loro; ed egli se ne stette in piè presso di loro sotto l'albero: E quelli mangiarono" (Genesi 18:1-2, 7-8).

Leggendo i capitoli 6 e 7 del libro del Levitico, si constata che i sacerdoti mangiavano le carni dei sacrifici di colpa come del sacrificio d'espiazione (Levitico 7:5-7). Il libro dei Numeri spiega che il popolo d'Israele, ha mangiato le quaglie che l'Eterno portò loro con un vento che Egli fece soffiare dal mare. Se certi si ammalarono e morirono, questo fù perché essi mangiarono con ingordigia, essi mangiarono con bramosia, senza curarsi di masticare (Numeri 11:31-33).

Il popolo mangiava della carne durante la festa dei Tabernacoli: "E impiegherai quel danaro a comprarti tutto quello che il tuo cuore desidera: buoi, pecore, vino, bevande alcoliche, o qualunque cosa possa più piacerti; e quivi mangerai nel cospetto dell'Eterno, del tuo Dio, e ti rallegrerai: tu con la tua famiglia" (Deuteronomio 14:26). Nehemia disse al popolo: "Andate, mangiate vivande grasse e bevete vini dolci (…)" (Nehemia 8:10).

Il libro del Levitico fa pure una distinzione tra la selvaggina commestibile e quella che non si può mangiare, come il cinghiale e la lepre: "E se uno qualunque dei figlioli d'Israele o degli stranieri che soggiornano fra loro prende alla caccia un quadrupede o un uccello che si può mangiare, ne spargerà il sangue e lo coprirà di polvere" (Levitico 17:13).

Il libro della Genesi descrive Isacco che chiede ad Esaù di portargli della cacciagione: "De, prendi ora le tue armi, il tuo turcasso e il tuo arco, vattene fuori ai campi, prendimi un po' di caccia, e preparami una pietanza saporita di quelle che mi piacciono; portamela perché io ne mangi e l'anima mia ti benedica prima che io muoia" (Genesi 27:3-4).

Nel Nuovo Testamento, è il caso del vitello grasso che è ucciso per festeggiare il ritorno del figliolo prodigo: "E menate fuori il vitello ingrassato, e mangiamo e rallegriamoci. Perché questo figliolo era morto, ed è ritornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato" (Luca 15:23-24).

Cristo Egli stesso ha mangiato l'agnello pasquale ed è durante questo pasto che Egli cambiò i simboli con il pane e il vino. Egli moltiplicò i pani, ma anche i pesci: "Ma Gesù disse loro: (…) date loro voi da mangiare. Ma Gesù disse loro: non hanno bisogno d'andarsene; date loro voi da mangiare! Ed essi gli risposero: non abbiamo qui altro che cinque pani e due pesci. Ed egli disse portatemeli qua. Ed avendo ordinato alle turbe di accomodarsi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, rese grazie; poi, spezzati i pani, li diede ai discepoli e i discepoli alle turbe. E tutti mangiarono e furono sazi; e si portarono via, dei pezzi avanzati, dodici ceste piene. E quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, oltre le donne e i fanciulli" (Matteo 14:16-21).

Un altro avvenimento simile è ancora riferito dall'apostolo Matteo (Matteo 15:4-37). Da parte sua l'apostolo Marco conferma questo fatto (Marco 6:39-44).

Dopo la Sua resurrezione, Gesù fece cuocere del pesce per i Suoi discepoli e diede loro da mangiare: "Come dunque furono smontati a terra, videro quivi della brace, e del pesce messovi su, e del pane. Gesù disse loro: portate qua dei pesci che avete presi ora. (…) Venite a fare colazione (…) Gesù venne, e prese del pane e lo diede loro; e il pesce similmente" (Giovanni 21:9-10, 12-13).

Si riferisce spesso il caso di Daniele per appoggiare il vegetalismo o il vegetarianismo, ma bisogna notare che se Daniele, sotto Nabucadnezar, decise di non mangiare della carne, è per non contaminarsi: "Daniele prese in cuore suo la risoluzione di non contaminarsi con le vivande del re e con il vino che il re beveva; e chiese al capo degli eunuchi di non obbligarlo a contaminarsi" (Daniele 1:8). Daniele non voleva contaminarsi con il sangue e le carni impure, secondo le istruzioni di Levitico 11:43.

Più tardi, quando si trovò sotto il regno di Ciro, Daniele mangiava della carne: "In quel tempo, io, Daniele, feci cordoglio per tre settimane intere. Non mangiando alcun cibo prelibato, né carne né vino entrarono nella mia bocca, e non mi unsi affatto, sino alla fine delle mie settimane" (Daniele 10:2-3).

Descrivendo il regno che Cristo instaurerà sulla terra, il profeta Isaia ha scritto: "Egli ti darà la pioggia per la semenza di cui avrai seminato il suolo, e il pane, che il suolo produrrà saporito ed abbondante; e in quel giorno, il tuo bestiame pascolerà in vasti pascoli" (Isaia 30:23). "Io farò uscire da Giacobbe una progenie e da giuda un erede dei miei monti; e i miei eletti possederanno il paese, e i miei servi v'abiteranno. Saron sarà un chiuso di greggi, e la valle d'Acor, un luogo di riposo alle mandre (…)" (Isaia 65:9-10). "E degli stranieri staranno quivi a pascere i vostri greggi, i figli dello straniero saranno i vostri agricoltori e i vostri vignaioli" (Isaia 61:5). E' certo che tutti questi greggi non troveranno la loro ragione d'essere solamente nel latte, ma essi serviranno anche per il nutrimento dell'uomo.

La carne degli animali puri è fatta per l'uomo. D'altronde è provato che colui che non mangia alcuna carne è fisicamente più debole che una persona che ne mangia; in più, le sue capacità mentali sono minori. L'uomo ha bisogno di proteine animali e di certi aminoacidi che si trovano nella carne. Ecco perché le proteine della carne sono qualificate come proteine d'alto valore biologico. Mentre, le proteine d'origine vegetali hanno poche o nessuno degli aminoacidi essenziali: esse sono dette di debole valore biologico.

Altri nutrimenti, come certi minerali e certe vitamine, non sono portati in quantità sufficiente con i soli vegetali.

Il caso del ferro è interessante. Necessario per la fabbricazione dei nostri globuli rossi, e dunque per evitare le anemie, il ferro si trova nella carne e in certi vegetali, ma sotto forme diverse. Il fatto che le forma contenuta nella carne, in forma detta in aminoacidi, è meglio assorbita dall'intestino che le forme contenute dai vegetali. In più, i vegetali contengono delle sostanze dette tallofite, che hanno per effetto segnatamente di frenare ancora maggiormente l'assorbimento del ferro. Infine, bisogna finire con il mito di Popea: la famosa ricchezza degli spinaci in ferro è un errore storico che ha la vita dura, senza contare che se gli spinaci contenessero effettivamente del ferro, bisognerebbe consumarne una quantità molto importante per arrivare a coprire i bisogni nutrizionali.

Tenuto conto di tutto questo, il vegetarianismo, poichè esso tollera delle proteine d'origine animale come quelle delle uova e del latte, per esempio, espone a meno carenze in aminoacidi essenziali che il vegetalismo.

E' stato constatato che le onde cerebrali sono identiche presso i vegetaliani di lunga data come anche presso gli epilettici. Essere vegetaliano o anche vegetariano è necessario per fare un buon medium. Hitler era demoniaco, egli è stato utilizzato da Satana, egli era vegetaliano. Satana vuole dominare la nostra mente e questo gli è più facile quando noi siamo deboli mentalmente. Conformiamoci dunque alle istruzioni divine e mangiamo della carne animale pura.

Noi proseguiremo con Levitico 12, poiché noi abbiamo chiuso con Levitico 11 parlando delle carni pure e impure.

I Giovanni 3:4: "Chi fa il peccato commette una violazione della legge; il peccato è la violazione della legge".

Come ho già avuto l'occasione di spiegarle, il peccato non è solo la trasgressione dei comandamenti, ma è la trasgressione di tutto quello che c'è imposto per il nostro bene dalla legge, questa legge che noi scopriamo in tutta la Bibbia.
Noi giungiamo a Levitico 12. In questo capitolo, è il caso d'impurità, della circoncisione fisica, della purificazione, dell'olocausto e di sacrifici d'espiazione.

Noi sappiamo già che tutto questo è stato scartato, messo da parte, ma cosa ne è della madre che è dichiarata impura durante sette giorni e perché essa è dichiarata impura?

Levitico 12:2-5: "Quando una donna sarà rimasta incinta e partorirà un maschio, sarà impura sette giorni; sarà impura come nel tempo dei suoi corsi mensuali (…) Poi essa resterà ancora trenta tre giorni a purificarsi del suo sangue; (…) e non entrerà nel santuario, (…) Ma, se partorisce una bambina, sarà impura due settimane (…) E resterà sessantasei giorni a purificarsi del suo sangue".

Dichiarando la madre impura, Dio scoraggiava i visitatori, poiché tutti coloro che la toccavano o che toccavano il suo letto diventavano impuri a loro volta fino alla sera. Con questa restrizione, Dio proteggeva anche i neonati che possono essere facilmente contaminati con dei microbi, germi, e le malattie.

Questo dovrebbe portarci a riflettere quando noi abbiamo dei ragazzi molto giovani fra noi. In effetti, certe persone vengono a piegarsi su di loro, ne accarezzano le loro guance oppure il mento, solleticano il loro petto con la speranza di strappare a loro un sorriso, e questo dopo avere stretto tante mani.

Per il bene del bambino, per la sua salute, noi dovremmo astenerci da questi gesti d'affetto. Al primo approccio, il gesto forse è bello, ma il risultato rischia d'essere più grave di quello che noi pensiamo. In più, in questo capitolo 12 del Levitico, Dio ci mostra che noi dobbiamo evitare di fare quello che sia che, direttamente o indirettamente, potrebbe alterare la salute dei lattanti.

Questa legge rendendo la madre impura durante una settimana, se nasceva un maschio, o durante due settimane, se nasceva una femmina, frenava il desiderio che avrebbe potuto avere la madre di uscire con il suo bambino e, in più, questo frenava anche la venuta di visitatori.

In'oltre, per quello che concerne il periodo di quaranta giorni (7+33) e d'ottanta giorni (14+66), noi non abbiamo ancora alcuna prova irrefutabile.

Il risultato attuale delle nostre ricerche può essere riassunto come segue: sembrerebbe che quest'isolamento della madre che allatta il suo bambino avrebbe come scopo di eliminare lo stress, la tensione che influisce molto sul comportamento della mamma e del neonato.

Ai nostri giorni, si prova di più in più di tenere a distanza i visitatori che non fanno parte della famiglia intima alfine di proteggere per il meglio la mamma et il neonato.

Oggi giorno, la scienza medica ha provato che un periodo di sei settimane o quaranta due giorni era un buon periodo prima che una coppia avesse delle relazioni coniugali dopo il parto.

L'allattamento può essere contrariato, frenato della tensione, da tutte le inquietudini emotive della mamma, che possono provocare una specie di circolo vizioso.

In effetti, più l'allattamento è contrariato, più il lattante deve succhiare per trovare la quantità di latte che gli necessita e maggiormente si agita. Più si agita, più il grado di ansietà della mamma si eleva e di nuovo l'allattamento ne è contrariato.

Da queste spiegazioni, noi possiamo già capire che vi è in questa legge una volontà di proteggere la mamma e il bambino.

Benchè noi non comprendiamo ancora chiaramente il perché di questi quaranta giorni e di questi ottanta giorni, è certo che, se questa legge era valevole per i nostri antenati, essa ha ancora tutta la sua ragione di esserlo per noi oggi.

E noi giungiamo al capitolo 13 che dà diversi particolari sulla lebbra e su ciò che il lebbroso doveva fare. Non sembra che la lebbra descritta in questo capitolo sia identica a quella che è sempre conosciuta ai nostri giorni.

Il principio descritto in questo capitolo dimostra che bisogna fare in modo di fermare ogni malattia dal momento che essa si manisfesta.

La medicina era conosciuta presso gli altri popoli ma, all'epoca, essa non esisteva presso l'antico Israele. Ecco perché bisognava presentarsi davanti al sacerdote e sottomettersi alla quarantena, il malato era posto fuori del campo per la protezione degli altri.

Cosa fare oggi? Prima di tutto, praticare Giacomo 5:14 e, se noi soffriamo di una malattia contagiosa, noi dobbiamo rimanere a casa nostra per il bene del gregge. E' anche una questione d'amore.

Questo si applica anche al malato spirituale. Se qualcuno vive nella trasgressione della legge, se egli diffonde dei rumori, se egli vuole imporre le sue proprie dottrine, le sue idee personali, egli deve essere allontanato dal campo d'Israele, sarebbe a dire che egli deve essere messo fuori della Chiesa.

Noi passiamo ora al capitolo 14 che tratta della purificazione del lebbroso.

E' Dio che guariva questa malattia seria. Quando l'israelita era guarito, egli doveva presentarsi di nuovo davanti al sacerdote che doveva esaminarlo con cura e decidere in seguito se egli poteva reintegrare il campo.

Qui anche l'analogia interviene! Quando qualcuno che è stato messo fuori della congregazione in seguito alla sua lebbra spirituale, egli non può ritornare quando vuole.

Egli deve prima di tutto rivolgersi al ministro che deve verificare se egli è ben purificato spiritualmente e decidere se egli può ritornare nel seno della congregazione, senza più pericolo per il popolo di Dio.

Spesso, dopo un primo esame, si lasciava passare un periodo d'attesa che permetteva di rendersi conto se, si o no, la sua guarigione era ben certa.

E' lo stesso per colui che è escluso dalla congregazione. Spesso, dopo un primo esame, il ministro lascia passare un periodo d'attesa alfine d'assicurarsi della sua sincerità e non è che dopo il secondo esame che egli è reintegrato.
Nel capitolo 15, noi troviamo le leggi concernenti i rapporti sessuali.

Nei quindici primi versetti, YHVH tratta della gonorrea che è l'antico nome della blenorragia.

Il versetto 16 fa menzione dell'eiaculazione e il versetto 19 delle mestruazioni, delle regole della donna.

Lo scopo di questo capitolo è di sottolineare l'importanza dell'igiene nelle relazioni sessuali, che Dio proibisce alla coppia durante il periodo delle mestruazioni.

Il capitolo 16 si riferisce al giorno dell'espiazione. Questa festa è sempre in vigore oggi, noi l'osserviamo ogni anno ed è durante il sermone che vi è dato quel giorno, che è e rimane un giorno di digiuno completo, che il significato di tutto questo capitolo vi è stato spiegato, pressappoco ogni anno. Se voi desiderate più particolari, non esitate a chiederci il nostro studio sul soggetto; esso vi sarà inviato gratuitamente (RFR 85).

Non vedo dunque la necessità di spiegarvelo di nuovo oggi.

Nei primi nove versetti del capitolo 17, l'Eterno spiega il buon modo di effettuare i sacrifici che non si possono fare ovunque.

Mentre egli era nel deserto, il popolo mangiava pochissima carne, esso si nutriva principalmente della manna.

Esso aveva lasciato l'Egitto con dei greggi considerevoli e dei buoi, ed essi non li mangiarono tutti in così poco tempo.

Dio voleva assicurarSi che, quando essi uccidevano i loro animali, essi vedrebbero Dio com'essendo la figura centrale e non ritornerebbero alle antiche pratiche di cui essi erano stati testimoni quando si trovavano in Egitto.

Levitico 17:7: "Ed essi non offriranno più i loro sacrifici ai demoni, ai quali sogliono prostituirsi. Questa sarà per loro una legge perpetua, di generazione in generazione."

I capri, di cui è questione qui sono dei demoni, dei falsi dei adorati in Egitto. Quando si ammazzava un animale, lo dedicavano ad un falso Dio. Ormai non è più il caso di fare questo.

Se essi volevano uccidere un animale, costui doveva essere condotto al tabernacolo ed essere abbattuto sotto la sorveglianza d'un sacerdote.

Levitico 17:10-14: "Se un uomo qualunque della casa d'Israele o degli stranieri che soggiornano fra loro mangia di qualsivoglia specie di sangue, io volgerò la mia faccia contro la persona che avrà mangiato del sangue, e lo sterminerò di fra il suo popolo. Poiché la vita della carne è nel sangue. Per questo vi ho ordinato di porlo sull'altare per fare l'espiazione per le vostre persone; perché il sangue è quello che fa l'espiazione, mediante la vita. Perciò ho detti ai figlioli d'Israele: nessuno tra voi mangerà del sangue; neppure lo straniero che soggiorna fra voi mangerà del sangue. E se uno qualunque dei figlioli d'Israele o degli stranieri che soggiornano fra loro prende alla caccia un quadrupede o un uccello che si può mangiare, ne spargerà il sangue e lo coprirà di polvere; perché la vita d'ogni carne è il sangue; nel sangue suo sta la vita. Perciò ho detto ai figlioli d'Israele: non mangerete sangue d'alcuna specie di carne, poiché il sangue è la vita d'ogni carne; chiunque ne mangerà sarà sterminato."

In questi versetti, è questione del sangue. Esiste dunque una proibizione di mangiare del sangue; poichè la vita della carne è nel sangue; la vita d'ogni carne, è il suo sangue che è in essa.

Lei noterà che la parola mangiare o mangerà è citata in sette riprese, come se Dio intravedeva già l'interpretazione che ne darebbero i membri di una religione che vanno di porta in porta.

Quando Dio proibisce di mangiare il sangue, Egli utilizza la parola akal che significa: "mangiare, bruciare, consumare, divorare, pranzare, nutrire".

Così come le istruzioni relative agli animali puri e impuri concernano le leggi della salute, è lo stesso per l'assorbimento del sangue.

Il sangue assorbito dalla bocca è distrutto dallo stomaco dove egli si decompone, e potrebbe divenire tossico. Quando un'ulcera sanguina, il sangue stagna nello stomaco e produce dell'ammoniaca che può essere riassorbita e che, passando dal circuito sanguigno, rischia d'intossicare la persona, se essa giunge al cervello.

Al capitolo 18, l'Eterno ricorda agli israeliti che essi non devono commettere gli atti sessuali che si praticavano nel paese d'Egitto e che erano ugualmente praticati nel paese di Canaan verso il quale essi si dirigevano. Era corrente in quei paesi di vedere dei matrimoni tra i membri della stessa famiglia. Non dimenticate che certi faraoni sposavano la loro sorella.

"Metterete in pratica le mie prescrizioni le mie prescrizioni e osserverete le mie leggi, per conformarvi a loro. Io sono l'Eterno il vostro Dio" (Levitico 18:4).

Egli ricorda loro, e questo in parecchi versetti biblici, di non scoprire la nudità dei loro genitori, sarebbe a dire di non fare niente per avere dei rapporti sessuali con i genitori, una suocera, una sorella o una sorellastra, con i nipoti, con una zia o uno zio, con una nuora, con una cognata, con una madre, poiché tutte queste persone fanno parte del parentado, della famiglia.

Levitico 18:7: "Non scoprirai la nudità di tuo padre, né la nudità si tua madre; non scoprirai la sua nudità."

E' dunque questione d'incesto in questo versetto.

Levitico 18:20: "Non avrai relazioni carnali con la moglie del tuo prossimo per contaminarti con lei."

E' fatto menzione in più dell'adulterio.

Levitico 18:22: "Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole."

Si tratta qui d'omosessualità. Notate che essa è considerata come un'abominazione. Si tratta d'un atto che è un orrore per Dio.
Levitico 18:23: "Non t'accoppierai con alcuna bestia per contaminarti con lei; e la donna non si prostituirà ad una bestia: è una mostruosità."

Noti che YHVH chiama la prima bestialità una macchia, è dunque della corruzione, dell'infezione, della profanazione: la seconda forma di bestialità è qualificata di confusione, dunque è qualcosa di vergognoso, di pazzia.

Ed eccoci arrivati al capitolo 19 che dà qualche buon principio di vita.

Levitico 19:3: "Rispetti ciascuno sua madre e suo padre, e osservate i miei sabati. Io sono l'Eterno l'Iddio vostro."

Se un bambino non cresce con il rispetto e il buon timore dei suoi genitori, egli avrà degli enormi problemi per imparare a rispettare e a temere Dio.

Levitico 19:9-10: "Quando mieterete la raccolta della vostra terra, non mieterai fino all'ultimo canto il tuo campo, e non raccoglierai ciò che resta a spigolare della tua raccolta; e nella tua vigna non raccoglierai i raspoli, ne raccoglierai i granelli caduti; li lascerai per il povero e per il forestiero. Io sono l'Eterno, l'Iddio vostro."

Ecco qualcosa che si è perso eppure questa legge è sempre in applicazione, poiché Dio prende cura del povero. Se voi lasciate un angolo del vostro campo senza mieterlo, vi sono poche possibilità che qualcuno viene e prende delle spighe.

Allora cosa fare? Che vengano o no a cercarlo, lasciate un angolo, fosse questo che un metro quadrato, senza mieterlo, voi avrete fatto la vostra parte agli occhi di Dio.

In questo versetto, è questione del campo, della vigna, e non del vostro orto.

Notate anche come Dio Si fa capire: "Quando mieterete la raccolta della vostra terra, non mieterete fino all'ultimo canto il tuo campo, e non la raccoglierai ciò che resta a spigolare della tua raccolta (…)". Cioè a dire, quando voi farete la mietitura in tutto il paese, senza guardare a quello che gli altri fanno o non fanno, voi lascerete un angolo del vostro campo senza mieterlo. E' dunque una responsabilità personale.

Levitico 19:11: "Non ruberete, e non userete inganno né menzogna gli uni a danno degli altri." Si può ingannare con frode, con dissimulazione, abusando di una situazione o abusando degli altri.

Levitico 19:12: "Non giurerete il falso, usando il mio nome; che profaneresti il nome del tuo Dio. Io sono l'Eterno."

Io non mi fermo ad ogni versetto, poiché certi sono talmente chiari che non hanno bisogno d'alcuna spiegazione.

Levitico 19:13: "Non opprimerai il tuo prossimo, e non gli rapirai ciò che è suo; il salario dell'operaio al tuo servizio non ti resti in mano la notte fino di mattino."

Il Rabbinato francese traduce questo versetto nella maniera seguente: "Non commetterai d'estorsione sul tuo prossimo, non rapine; che il salario giornaliero non rimanga a te fino il giorno dopo."

Noi dobbiamo pagare il salario che spetta all'operaio, senza opprimerlo con un salario di miseria, e noi non possiamo trattenere o ritardare il pagamento del salario che è dovuto.

Levitico 19:14: "Non maledirai il sordo, e non porrai inciampo davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio. Io sono l'Eterno."

Maledire un sordo poiché egli non fa quello che gli è domandato, poiché egli non sente, e ciò che non si deve fare, come pure non bisogna mettere degli ostacoli davanti un cieco. No, bisogna aiutare l'uno e l'altro del nostro meglio.

Lo spirito di questo precetto, è che nessuno deve trarre vantaggio dall'ignoranza, dalla semplicità o dall'inesperienza degli altri.

Levitico 19:15: "Tu non commetterai iniquità, nel giudicare; non avrai riguardo alla persona del povero, né tributerai speciale onore alla persona del potente; ma giudicherai il tuo prossimo con giustizia."

Noi non dobbiamo fare eccezione di persone. In materia di giudizio, noi non dobbiamo favorire o trattare con riguardo il povero con il secondo fine di aiutarlo, e nemmeno noi dobbiamo favorire il grande, il potente o il ricco, con la speranza che ci sarà favorevole. Noi dobbiamo giudicare secondo giustizia, secondo l'imparzialità.

Tuttavia, ai nostri giorni, noi non dovremmo giurare in conformità a Matteo 5:33-37 e Giacomo 5:12.

Levitico 19:16: "Non andrai qua e là facendo il diffamatore tra il tuo popolo, né ti presenterai ad attestare il falso a danno della vita del tuo prossimo. Io sono l'Eterno."

Noi non dobbiamo divulgare il male. Si può divulgare il male in una maniera molto sottile, lasciando supporre certe cose, dando qualche particolare solamente che rischia di recare il sospetto sugli altri, noi possiamo recare il dubbio sul comportamento di certe persone con qualche parola maligna e ipocrita.

Io leggevo da poco che una persona che sparge la calunnia o la maldicenza, che svela i segreti della famiglia, dei segreti personali appartenenti ad un congiunto, ad un'amico o ad altri, è una peste per la società e dovrebbe essere allontanato dalle abitazioni degli uomini. Questo non figura nella Bibbia, ma confessatelo che è un'eccellente soluzione.

Giacomo ci ricorda, nella sua epistola, che la lingua è un fuoco, che essa è piena d'un veleno mortale. Noi non saremo dunque mai abbastanza attenti alle parole che escono dalla nostra bocca.

In seguito noi non dobbiamo elevarci contro il sangue del nostro prossimo, nel senso che noi non dobbiamo divenire dei falsi testimoni poiché, in seguito ad una falsa testimonianza, il sangue, sarebbe a dire la vita del nostro prossimo, può essere messo in pericolo.

Levitico 19:17: "Non odierai il tuo fratello in cuore tuo; riprendi pure il tuo prossimo, ma non ti caricare d'un peccato a cagione di lui."

Non bisogna volere del male ad alcuno, noi non dobbiamo odiare nessuno, ma noi non dobbiamo assumere, accettare per acquisito alcun peccato. Se noi vediamo qualcuno peccare o darsi a certe pratiche che possomo mettere la sua vita spirituale in pericolo, andiamo a trovarlo in privato, con un'attitudine d'umiltà, e diamogli gli incoraggiamenti necessari e l'aiuto di cui egli ha bisogno per vincere.

Non condanniamolo, ma parliamogli con amore, con bontà, con pazienza, con dolcezza e, soprattutto con umiltà.

E' in questo modo che noi non ci caricheremo d'un peccato a causa di lui.

Levitico 19:18: "Non ti vendicherai, e non serberai rancore contro i figlioli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono l'Eterno."

Facciamo per il nostro prossimo ciò che noi ameremmo che egli facesse per noi.

Notate che una volta ancora, questo versetto termina con questa piccola frase: "Io sono l'Eterno." Ora, in questo capitolo, questa espressione è citata quindici volte, come se YHVH vorrebbe dirci: "Sono io l'Eterno che vi da questi principi di vita."

Levitico 19:19: "Osserverete le mie leggi. Non accoppierai bestie di specie differenti."

La parola "accoppiare" è una cattiva traduzione, bisogna leggere: "Tu non aggiogherai delle bestie di due specie differenti."

Questo ci avvicina a Deuteronomio 22:10: "Non lavorerai con un bue ed un asino aggiogati assieme."

La ragione di questo è molto comprensibile. L'uno dei due animali avrà un più grande sforzo da compiere, gli sforzi non saranno ben divisi, ben equilibrati, a causa della diversa corporatura.

L'Eterno prende cura di tutta la Sua creazione, anche degli animali.

Levitico 19:19: "Non seminerai il tuo campo con due sorta di seme (…)."

La ragione ci è data in Deuteronomio 22:9: "Non seminerai nella tua vigna semi di specie diverse, perché altrimenti il prodotto di ciò che avrai seminato e la rendita della vigna saranno cosa consacrata."

Noi possiamo capire che questa legge è data affinché tale pianta non venga a fare del danno all'altra. Ancora una volta, è questione qui del campo e della vigna, questo è indipendente dal vostro orto.

Levitico 19:19: "Né porterai veste tessuta di due diverse materie."

Ritorniamo in Deuteronomio 22:11: "Non porterai vestito di tessuto misto fatto di lana e di lino."

Il filo di lana proviene da una origine animale, il filo di lino proviene da una origine vegetale. Noi dobbiamo evitare questo genere di miscuglio.

Mentre, per le fibre a base di cellulose vegetali come il lino e il cotone, la loro mescolanza è accettabile.

Vi sono ancora le fibre animali a base di proteine come la seta e la lana, la loro mescolanza è ugualmente accettabile.

Rimane il tessuto sintetico: nylon, raion, polister, la seta artificiale, ecc. Molti ignorano che un tessuto sintetico è stato concepito per avere le stesse caratteristiche che le fibre naturali con le quali egli è combinato.

Di conseguenza, un filo sintetico mescolato ad una fibra animale è accettabile e un filo sintetico mescolato con una fibra vegetale è accettabile ugualmente.

Levitico 19:23-25: "Quando sarete entrati nel paese e vi avrete piantato ogni sorta d'albero fruttiferi, ne considererete i frutti come incirconcisi; per tre anni saranno per voi come incirconcisi; non si dovranno mangiare. Ma il quarto anno, tutti i loro frutti saranno consacrati all'Eterno, per dargli lode. Il quinto anno mangerete il frutto di quegli alberi, affinché essi vi aumentino il loro prodotto. Io sono l'Eterno, l'Iddio vostro."

Questo principio è sempre applicabile oggi. Voi pianterete degli alberi fruttiferi e, durante i tre anni che seguiranno la loro piantagione, voi non ne mangerete i frutti. Voi li abbandonerete ai piedi dell'albero.

Il quarto anno, i frutti devono essere consacrati all'Eterno. Nell'antico Israele, essi erano dati ai sacerdoti o ai Leviti.

Durante il quinto anno, il proprietario dell'albero potrà infine mangiare i suoi frutti. Se voi fate questo, Dio promette che voi continuerete a raccoglierli.

Questa legge si riferisce agli alberi che portano del frutto all'arbusto e non ai cespugli o agli arbusti (come al ribes, i lamponi) o al rovo lo spino, il pruno (come il moro), e neanche le vigne. La longevità di tutti questi, è molto più corta che quella d'un albero.

Dio fa dunque una distinzione tra i piccoli frutti, come le bacche, il rovo, i lamponi e le more di cui la raccolta è simile ad una mietitura e che, in oltre subiscono il sabato della terra, e i loro frutti che crescono sugli alberi.

Levitico 19:26: "Non mangerete nulla che contenga sangue."

Nulla di ciò che noi mangiamo deve essere accompagnata del sangue, neanche la salsa che, in certi ristoranti, è fatta a base di sangue.

Non confondete con il succo della carne che scorre del vostro arrosto quando voi lo tagliate e il sangue. Il succo che scorre dal vostro arrosto non è del sangue.

Levitico 19:26: "Non praticherete alcuna sorta di divinazione o di magia."

Certe versioni scrivono: "Non datevi alla divinazione ne ai presagi."

Per determinare se i loro avvenimenti sarebbero favorevoli o no, certi osservano i serpenti, il volo d'uccelli, o anche le nuvole. Noi dobbiamo evitare queste cose e evitare in più di metterci fra le mani della gente che fanno queste cose.

Questo non ha niente da vedere con il fatto d'osservare il cielo per determinare se sarebbe bene di prendere l'ombrello prima di uscire!

Levitico 19:27: "Non vi taglierete in tondo i capelli ai lati del capo, né taglierai i canti della tua barba."

Si tratta d'un costume religioso che gli israeliti avevano imparato in Egitto.

Alla morte d'un amico, gli egiziani si tagliavano una parte della capigliatura ed essi la gettavano nel sepolcro, sul morto. A volte lo lasciavano sulla faccia e sul petto del deceduto per influire sui dei infernali.

Levitico 19:28: "Non vi farete incisioni sulla carne per un morto, né vi stamperete segni addosso."

In segno di lutto, si graffiavano le braccia, il viso, si tagliavano anche. L'Eterno si oppone a questo come ai tatuaggi.

Levitico 19:31: "Non vi rivolgete agli spiriti, né agl'indovini; non li consultate, per non contaminarvi per mezzo loro. Io sono l'Eterno, l'Iddio vostro."

Questo versetto s'avvicina a Deuteronomio 18:10-12: "Non si trovi in mezzo a te (…) né chi eserciti la divinazione, né pronosticatore, né auguro, né mago, né incantatore, né chi consulti gli spiriti, né chi dica la buona fortuna, né negromante; perché chiunque fa queste cose è in abominio all'Eterno, il tuo Dio."

Se noi ci rivolgiamo verso questa gente, noi ci contamineremo con loro e, automaticamente, noi saremo, a nostra volta, in abominazione all'Eterno.

Levitico 19:32: "Alzati dinanzi al capo canuto, onora la persona del vecchio, e temi il tuo Dio. Io sono l'Eterno."

Prima della guerra, quando ci si trovava su un tram o su un treno e che una persona anziana saliva, se essa non trovava un posto per sedersi, una o due persone si alzavano per lasciarle il loro posto. Se si incontrava una persona anziana sul marciapiede, ci si metteva da parte per lasciarle il passaggio. Si faceva altrettanto per una signora.

Oggi, non si ha considerazione per nessuno. I giovani bambini corrono, essi urtano le persone anziane, essi gli pestano anche i piedi senza una parola di scusa e i loro genitori trovano questo normale.

Essi sono giovani, dicono i genitori, essi non lo sanno. Ma se essi non lo sanno, è perché non imparano loro il rispetto per il prossimo.

Levitico 19:33-34: "Quando qualche forestiero soggiornerà con voi nel vostro paese, non gli farete torto. Il forestiero che soggiorna fra voi, lo tratterete come colui ch'è nato fra voi; tu l'amerai come te stesso; poiché anche voi foste forestieri nel paese d'Egitto. Io sono l'Eterno, l'Iddio vostro."

Questa legge è destinata a confortare chi si trova in un paese straniero, che è lontano dalla sua famiglia e che ha tutto per sentirsi isolato e desolato.

Essa ci mostra che noi non dobbiamo fare alcuna discriminazione, che noi dobbiamo amare tutti coloro che sono in mezzo a noi.

Levitico 19:35-36: "Non commetterete ingiustizie nei giudizi, né con le misure di lunghezza, né coi pesi, né con le misure di capacità. Avrete stadere giuste, pesi giusti, efa giusto, hin giusto. Io sono l'Eterno, l'Iddio vostro, che v'ho tratto dal paese d'Egitto."

Questa giustizia nel giudicare, nei pesi e misure, ecco qualche cosa che si fa sempre più raro ai nostri giorni.

Levitico 19:37: "Osserverete dunque tutte le mie leggi e tutte le mie prescrizioni, e le metterete in pratica. Io sono l'Eterno."

Tutto quello che noi abbiamo visto, tutte queste cose, noi dobbiamo ancora praticarle. Queste leggi sono tutto ciò che c'è di più logico, benché si prova di farci credere che esse non sono più applicabili oggi, si afferma che esse sono abolite, allora che il peccato è la trasgressione della legge.

Al capitolo 20, noi troviamo le pene che dovevano essere applicate per le diverse trasgressioni già enumerate nel capitolo precedente.

Il capitolo 21 si riferisce ai sacerdoti. L'Eterno insiste sulla perfezione fisica che deve essere la loro.

Al capitolo 22, noi abbiamo la lista di ciò che dovevano evitare Aaronne e i suoi figli. Però, vorrei attirare la vostra attenzione su un errore di traduzione:

Levitico 22:26-27: "L'Eterno parlò ancora a Mosé dicendo: quando sarà nato un vitello, o un agnello, o un capretto, starà sette giorni sotto la madre (…)"

Non è il caso qui d'un bue ma piuttosto d'un giovane vitello. In effetti, il bue è un animale castrato e non può nascere in questo stato. E' lo stesso per la capra che non può mettere al mondo che un capretto o una capretta. In questo caso preciso, poiché bisogna offrire il primogenito, non può trattarsi che d'un animale maschio, dunque d'un capretto.

Levitico 22:27 (la fine del versetto): "Dall'ottavo giorno in poi, sarà gradito come sacrificio fatto mediante il fuoco all'Eterno."

Perché aspettare questa dilazione di otto giorni? Perchè la carne di un animale molto giovane è poco nutritiva e, in più, l'Eterno desidera che l'animale abbia il pelo e lo zoccolo perfettamente formati (A. Clarke, pagina 535, volume 1). In'oltre, per il bene della madre, era necessario che il piccolo potesse allattarsi durante questo lasso di tempo.

Levitico 22:28: "Sia vacca, sia pecora, non la scannerete lo stesso giorno col suo parto."

Ancora una volta, bisogna leggere qui non "bue", ma "vitello". Non bisognava uccidere il piccolo e sua madre lo stesso giorno.

I Giudei comprendono questo precetto come essendo destinato ad inculcare la misericordia e la compassione.

Noi giungiamo al capitolo 23 che è quello dei sabati annuali e settimanali. Non ho l'intenzione di parlarvene in questo studio, poiché ogni anno vi si spiega il significato di queste feste e ciò che esse rappresentano. Se lei desidera più particolari, non esiti a richiedere il nostro studio sul soggetto; che le sarà inviato gratuitamente (RFR80-87).

I primi versetti fanno menzione del sabato settimanale che ci ricorda che Dio è il Creatore. I versetti seguenti ci dettagliano le feste annue nel loro ordine cronologico.

Aggiungerei che non sono le nostre feste, ma le feste dell'Eterno, come questo ci è indicato all'inizio e alla fine del capitolo.

I differenti sacrifici sono dati allo stesso tempo che le feste annuali. Però, poiché Dio ha stabilito le feste annuali ben prima di fare conoscere il Suo sistema levitico, la messa a parte dei sacrifici non abolisce le feste dell'Eterno che sono state date al popolo d'Israele con l'intermediario di Mosé, quando egli si trovava davanti a YHVH sul monte Sinai. Voi rivedrete questo in Esodo 23 ai versetti da 14 a 16.

Nel suo commentario, A. Clarke scrive:

"Il settimo giorno è il sabato. Questo, poiché la prima e la più grande Festa solenne è menzionata la prima. Colui che non l'osserva nella maniera la più religiosa non è capace d'osservare le altre. L'osservanza religiosa del sabato si trova al suolo stesso di ogni religione."

Il capitolo 24 dà le regole relative al candeliere e ai pani di presentazione. Ed è ancora questione delle pene da applicare ai bestemmiatori e agli omicidi.

Comprendiamo però Levitico 24:2: "Ordina ai figlioli d'Israele che ti portino dell'olio d'uliva puro, vergine, per il candelabro, per tenere le lampade continuamente accese."

Noi dobbiamo trarre da questo una certa analogia. Noi dobbiamo essere una luce continua e un vero esempio per il mondo.

Queste lampade erano montate su un candeliere a sette bracci e, dall'epoca del Nuovo Testamento, la Chiesa è rappresentata da sette candelieri separati. Questi sette candelieri si succederanno senza discontinuità fino al ritorno di Cristo.

Al capitolo 25, noi ritroviamo nei sette primi versetti delle istruzioni relative al sabato della terra che noi abbiamo già commentato.

Poiché è questione della "terra" queste istruzioni si riferiscono anche al nostro orto.

Levitico 25:20-22: "E se dite: Che mangeremo il settimo anno, giacché non semineremo e non faremo la nostra raccolta? Io disporrò che la mia benedizione venga su voi il sesto anno, ed essa vi darà una raccolta per tre anni. E l'ottavo anno seminerete e mangerete della raccolta vecchia finché si venuta la nuova fino al nono anno; mangerete della raccolta vecchia finché sia venuta la nuova."

Questo si riferisce, ben inteso, ai cereali. Voi capirete bene che questo potrebbe applicarsi difficilmente alle insalate, agli spinaci o a molti altri legumi del vostro orto.

Osservare il sabato della terra, non è lasciare la terra all'abbandono, come molti lo suppongono. Quando noi entriamo nel nostro sabato settimanale, noi non ci stendiamo su un letto per restare coricati durante un periodo di 24 ore.

Durante il sabato settimanale, noi dobbiamo ricaricarci fisicamente e spiritualmente partecipando alle sante convocazioni che ci sono rivolte dall'Eterno.

Molti si spostano da molto lontano per assistere alle assemblee della Chiesa di Dio, essi si affaticano viaggiando allo scopo di essere rinnovati da un nutrimento spirituale.

Nello stesso modo, l'anno sabbatico della terra deve essere utilizzato per ricaricarla, nutrirla, e colui che vuole rinnovare la sua terra deve fare degli sforzi per recargli il nutrimento fisico.

Questa legge non può essere imposta oggi a tutte le nostre nazioni, poiché esse rigettano la legge divina. Ma noi che abbiamo capito la ragione e il ben fondato delle leggi del nostro Creatore, noi possiamo applicarla in una maniera limitata.

Questa legge è e rimane una legge vivente che preserva la vitalità del suolo. Dio ha le Sue ragioni dando le Sue leggi e, se noi non le discutiamo, se noi ci conformiamo, noi ne raccoglieremo i benefici.

In alcun caso, durante il settimo anno, non bisogna seminare per raccogliere. Bisogna seminare con lo scopo di nutrire la terra. Nel 1967, delle prove sono state effettuate all'Ambasciatore Collegio di Bricket Wood in Inghilterra. Alla fine del sesto anno, dopo l'ultima raccolta, essi hanno seminato del trifoglio chiamato "Englis white clover". Questo inseminamento è stato fatto conformemente a Levitico 25:3 che dice: "Per sei anni seminerai il tuo campo (…)"

Questo trifoglio ha in seguito formato una copertura che ha mantenuto un certo calore durante tutto l'inverno ed ha permesso una ricostruzione, un rinnovamento del suolo, all'aiuto dei vermi della terra.

Regolarmente, questo trifoglio era tagliato e abbandonato sul posto dopo il passaggio della falciatrice. Abbandonare sul suolo la materia tagliata è il solo modo di nutrirlo. Falciare non è raccogliere. Bisogna dunque lasciare la materia che si decompone là dove essa è caduta dopo il passaggio della falciatrice.

Durante l'anno sabbatico, il servizio agricolo dell'Ambasciatore Collegio ha avuto l'occasione di passare tre o quattro volte la falciatrice sul trifoglio. Ognuno sa che più si taglia, più bisogna tagliare.

Questa materia che si decompone da dove essa è cascata è un nutrimento di prima classe per i vermi di terra come pure per tutti i micro-organismi che la compongono, questo permette loro di moltiplicarsi.

Infatti, l'anno sabbatico non fornirà al suolo quello che gli è necessario, a meno di procurarglielo. Dunque bisogna seminare.

Le materie morte delle piante sono vitali perchè esse sono il nutrimento del suolo e, se noi vogliamo che la nostra terra rimane in buona salute, noi dobbiamo nutrirla.

Come l'ha spiegato il signor Colin Sutcliffe che ha diretto le ricerche fatte al Collegio Ambasciatore, "l'uomo è in grado di raccogliere le benedizioni di un sistema complesso ma fantastico nei suoi risultati, ed egli non può capirle che se si sottomette alle leggi divine.

"Non c'è nessuno, fra coloro che rifiutano la legge del sabato della terra, che possa arrivare alla comprensione del sistema nutrivo. Noi stessi, aggiunge egli non siamo ancora arrivati ad una totale comprensione, affato"!

"In un certo senso, noi guardiamo ancora tutto questo dal buco della serratura, ma noi siamo sul cammino e siamo partiti nella buona direzione, come lo provano i magnifici risultati ottenuti."

Egli aggiunge: "Se voi siete un giardiniere che dispone di un piccolo pezzo di terra e non un padrone che possiede degli ettari, questo principio si applica anche a voi."

Effettivamente, ci sono delle cose che noi non comprendiamo ancora perfettamente nelle ordinanze che ci sono state dall'Eterno Dio.

Un centinaio di anni fa l'uomo poteva porsi la questione: Perchè la circoncisione all'ottavo giorno e non al settimo o al nono giorno? Da allora, la medicina ne ha scorperta la ragione. Essa ci ha appreso che è nel corso dell'ottavo giorno che il bambino maschio ha il più di agenti coagulanti nel sangue.

Noi cominciamo ad intravedere la ragione dei quaranta giorni o degli ottanta giorni dopo la nascita di un bambino. Ma un giorno, noi ne avremo una comprensione perfetta.

Nell'attesa, accontentiamoci di sottometterci alla parola di Dio senza discutere, anche se noi non la comprendiamo perfettamente, e, automaticamente, noi ne saremo benedetti.

D'altronte, riconosciamo che lo spirito carnale che è in noi non comprende sempre bene la ragione per la quale noi dobbiamo riposarci d'ogni lavoro ogni settimo giorno.

Noi arriviamo adesso all'anno del giubileo.

Levitico 25:8-10: "Conterai pure sette settimane d'anni: sette volte sette anni; e queste sette settimane d'anni ti faranno un periodo di quarantanove anni. Poi il decimo giorno del settimo mese farai squillare la tromba; il giorno delle espiazioni farete squillare la tromba per tutto il paese. E santificherete il cinquantesimo anno, e proclamerete l'affrancamento nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà, e ognuno di voi tornerà nella sua famiglia."

Versetto 13: "In quest'anno del giubileo ciascuno tornerà in possesso del suo."

Spesso ci si pone la questione seguente: perché la Chiesa di Dio, che osserva i sabati settimanali e i sabati annuali, sabati che tutti devono osservare nello stesso tempo, perché essa non ha un'anno sabbatico e un anno del giubileo che ciascuno osserverebbe anche nello stesso tempo?

Prenderemmo noi una parte della Bibbia per rigettare il resto?

Noi non facciamo una scelta nella parola di Dio, noi conosciamo le nostre responsabilità e gli Giudei loro stessi, che non hanno più il giubileo, conoscono anche le loro responsabilità ed essi sanno dove si trova il loro limite.

Sin dai giorni di Giosué fino all'invasione degli assiri, una serie sabbatica era osservata ogni sette anni e un'altra serie di cinquant'anni era osservata due volte per secolo. Questo avveniva ancora al cento cinquantesimo anno, al duecentesimo, ecc.

Dopo l'invasione assira durante la quale gli invasori condussero in cattività un numero di tribù che essi sostituirono con altre, questa fu la deportazione e la cattività babilonese durante la quale i Giudei non osservarono più la serie dei sette anni, come neanche il giubileo.

Dopo questo periodo, fu per loro impossibile di determinare chi erano i veri proprietari del paese, questa terra promessa che era stata divinamente assegnata e divisa.

Ma la Chiesa di Dio non è una comunità giudaica, essa sà che i suoi membri sono chiamati in una organizzazione spirituale e che noi non abbiamo alcun diritto per determinare chi è veramente il proprietario e chi non lo è.

In più, noi siamo tutti chiamati alla verità a dei momenti differenti. Si può benissimo essere stati battezzati in gennaio, febbraio o marzo, e questo durante anni diversi. E tutti, noi siamo venuti alla verità a dei momenti diversi.

Noi apparteniamo ad una comunità spirituale, noi siamo la posterità spirituale d'Abrahamo e noi siamo giunti ad un punto dove amministrativamente noi non imponiamo, e questo per tutta la Chiesa, la terza decima durante lo stesso terzo anno o lo stesso sesto anno per tutti.

Di conseguenza, noi non possiamo imporre per tutti lo stesso anno sabbatico, come neanche noi non possiamo ordinare uno stesso anno di giubileo per tutti. E' noi che lo dobbiamo determinare.

E' una decisione amministrativa, non è il caso di prendere questo e di rigettare quello.

Come pure, noi non possiamo imporre l'anno sabbatico o l'anno del giubileo alla società nella quale noi viviamo.

La Chiesa di Dio ha i suoi limiti, ecco perché, nel seno stesso della Chiesa, noi non possiamo fissare un anno particolare che sarebbe quello della terza decima per tutti i membri, un anno ben definito che sarebbe per tutti nello stesso tempo l'anno sabbatico, ecc.

Noi siamo tutti chiamati individualmente, di mese in mese, d'anno in anno, e noi non possiamo trovare attualmente alcun mezzo per amministrare queste leggi che, però, saranno applicate mondialmente dopo il ritorno di Cristo.

L'anno di riposo, nessuno sa quando deve cadere, è il Cristo Lui stesso che lo stabilirà, che lo fisserà con esattitudine al tempo del Suo ritorno.

Leggiamo ciò che Gesù lesse nel tempio, quando Gli rimettono il rotolo del profeta Isaia:

Luca 4:18-19: "Lo Spirito del Signore è sopra me; per questo egli mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato a bandire liberazione ai prigionieri, ed ai ciechi ricupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi, e a predicare l'anno accettevole del Signore."

Tutte queste promesse spirituali descritte in questi due versetti si realizzeranno durante l'anno di grazia che instaurerà il Signore, e questo anno di grazia diverrà realtà durante l'anno del giubileo che attualmente è perso, ma che il Cristo ci farà conoscere al Suo ritorno.

La terra è la vera forma di tutte le ricchezze. Dio non permette che il Suo popolo possa disporre a suo grado delle terre che devono fare parte dell'eredità delle famiglie, penalizzando così e privando i discendenti delle terre divinamente assegnate e divise.

Sappiate che questo sarà ancora osservato durante il millennio.

Ezechiele 46:16-17: "Così parla il Signore, l'Eterno: Se il principe fa a qualcuno dei suoi figlioli un dono preso dal proprio possesso, questo dono apparterrà ai suoi figlioli; sarà loro proprietà ereditaria. Ma se egli fa ad uno dei suoi servi un dono preso dal proprio possesso, questo dono apparterrà al servo fino all'anno della liberazione; poi, tornerà al principe; la sua eredità apparterrà soltanto ai suoi figlioli."

Noi siamo ora giunti al capitolo 26. E', con il capitolo 11 e 28 del libro di Deuteronomio, il capitolo delle benedizioni e delle maledizioni.

Dio dimostra per primo i benefici che Israele trarrebbe, se egli accetterebbe d'ubbidire alle leggi divine. Tutte queste benedizioni sono delle benedizioni fisiche per un popolo fisico, un popolo a cui il Santo Spirito di Dio non era stato promesso.

Levitico 26:3-4: "Se vi conducete secondo le mie leggi, se osservate i miei comandamenti e li mettete in pratica, io vi darò le piogge nella loro stagione, la terra darà i suoi prodotti, e gli alberi della campagna daranno i loro frutti."

Egli promette loro abbondanti raccolte, la protezione contro i loro nemici, del nutrimento a sazietà, la pace, la sicurezza, la prosperità. Ma per ottenere questo, essi dovevano ubbidire a Dio.

Mentre, se il popolo rifiuta di fare ciò che Dio gli domanda. Egli porterà la maledizione su tutti loro e sul loro paese. Essi dovranno fare fronte alla carestia, alle epidemie e alla guerra.

Tutto questo arriverà alle nostre nazioni che formano l'Israele moderno. E' una certezza!

Il mondo è sotto la maledizione e non se ne rende conto. Esso parte dal principio che le leggi sono abolite, esso è sotto la seduzione di Satana che è il dio di questo mondo, che è il loro dio.

Più il mondo rifiuterà di fare la volontà di Dio, più le maledizioni saranno pesanti.

Levitico 26:23-24: "E se, nonostante questi castighi, non volete correggervi per tornare a me, ma con la vostra condotta mi resistete, anch'io vi resisterò, e vi colpirò sette volte di più per i vostri peccati."

Levitico 26:29: "Mangerete la carne dei vostri figlioli, e mangerete la carne delle vostre figliole."
La gente avranno talmente fame che essi praticheranno il cannibalismo ed essi proveranno a saziarsi mangiando la carne dei loro figli morti.

Dopo questo, ci sarà una cattività per la nazione, e la spada (cioè a dire la guerra) li perseguiterà. Il loro paese sarà devastato, esattamente com'Ezechiele lo conferma nella sua profezia.

Levitico 26: 33-34: "E, quanto a voi, io vi disperderò fra le nazioni, e vi darò dietro a spada tratta; il vostro paese sarà desolato, e le vostre città saranno deserte. Allora la terra si goderà i suoi sabati per tutto il tempo che rimarrà desolata e che voi sarete nel paese dei vostri nemici; allora la terra si riposerà e si goderà i suoi sabati."

Levitico 26:36: "Quanto ai superstiti fra voi, io renderò pusillanime (sarebbe creativo) il loro cuore nel paese dei loro nemici: il rumore d'una foglia agitata li metterà in fuga; fuggiranno come si fugge dinanzi alla spada, e cadranno senza che alcuno l'insegua."

Pochi sopravviveranno! Secondo Ezechiele, un terzo della nazione morrà dalla peste, un terzo di coloro che resteranno sarà consumato dalla carestia e un altro terzo cadrà per la spada.

Del poco che resterà, l'Eterno ne guarderà pochi, probabilmente un decimo. Sarà la grande tribolazione che condurrà l'Israele moderno al pentimento.

Non prendiamo dunque alla leggera ciò che Cristo raccomanda a ciascuno di noi in Matteo 24:42: "Vegliate, dunque, perché non sapete in qual giorno il vostro Signore sia per venire."

E noi arriviamo all'ultimo capitolo del libro del Levitico.

E' prima di tutto questione dei voti. Ma questo capitolo è difficilmente comprensibile. E' per questo, per qualche esempio, vi darò il testo che è stato tradotto dal Rabbinato francese.

Levitico 27:2-3: "Quando uno farà un voto concernente della persone, queste persone apparterranno all'Eterno secondo la valutazione che ne farai. E la tua stima sarà, per un maschio dai venti ai sessant'anni, cinquanta sicli d'argento, secondo il siclo del santuario."

Levitico 27:14: "Se uno consacra all'eterno un pezzo di terra della sua proprietà (…)"

E' dunque questione qui di persone che hanno promesso di dare all'Eterno il valore stimato d'una persona o ancora quella d'una casa, d'una terra patrimoniale, d'un campo, ecc. E' al sacerdote che appartiene di fissarne il valore.

Levitico 27:29: "Nessuna persona consacrata per voto d'interdetto potrà essere riscattata; dovrà essere messa a morte."

L'anatema è una condanna totale. Di conseguenza, se questa condanna è stata pronunciata da Dio, dall'autorità competente o dai tribunali, questa persona non potrà essere riscattata, essa sarà messa a morte.

Noi ritorniamo ora alla traduzione di Louis Segond:

Levitico 27:30: "Ogni decima della terra, sia della raccolta del suolo, sia dei frutti degli alberi, appartiene all'Eterno; è cosa consacrata all'Eterno."

La parola "decima" significa la decima parte. All'epoca dell'Antico Testamento, il popolo doveva pagare la decima su tutto il suo reddito, egli pagava dunque la decima sul gregge, sul raccolto, sul denaro.

Poiché questa decima è consacrata all'Eterno, il popolo non può disporne per i suoi bisogni personali.

Per molti membri oggi, esiste ancora una certa confusione tra l'amministrazione della decima e la dottrina della decima.

La dottrina della decima non è mai cambiata, mentre la sua amministrazione ha cambiato di tempo in tempo.

Cosa bisogna fare in quanto all'amministrazione della seconda decima? Chi deve ricevere la terza decima e quando?

Esaminando le Scritture, noi constatiamo che quando Abrahamo era in Palestina, vi furono dei combattimenti presso il mare Morto tra il re di Canaan e quelli della Mesopotamia. Lot era stato condotto in cattività con tutti i suoi e Abrahamo si affrettò d'andare al suo soccorso.

Leggendo il racconto che è indicato in Genesi 14, noi constatiamo che dopo avere vinto questi re, Abrahamo riportò tutte le ricchezze e tutte le provvigioni di Sodoma e Gomorra che egli aveva portato.

Abrahamo incontrò Melchisedek, re di Salem, e gli diede la decima di tutto. Questa decima parte comprendeva dunque l'oro, l'argento, gli animali, il nutrimento, il tesoro di guerra, le armi, le tende, ecc.

La decima era già conosciuta dai patriarchi, essa è stata ricordata al popolo dopo la sua partenza dall'Egitto e noi la ritroviamo nell'ultimo capitolo del libro del Levitico. E il versetto 30 inizia con queste parole: "Tutte le decime della terra".

Dunque, quale che sia la sorgente del reddito, la decima parte appartiene sempre a YHVH. Notiamo passando che la parola YHVH non esclude l'Altissimo.
Questo nome può a volte riferirsi o all'uno o all'altro, benché, nella maggioranza dei casi, concerne Colui che sarebbe divenuto il Messia.

Ad esempio, la Bibbia ci dice che Giovanni Battista è venuto a preparare la strada per YHVH. Si tratta qui di Gesù. Essa aggiunge che il Signore era alla destra di YHVH: qui, è il Padre.

Come noi l'abbiamo letto, la decima "appartiene all'Eterno è una cosa consacrata all'Eterno". Essa dunque è messa da parte, essa è semplicemente tabù. Essa non deve essere tenuta nelle case, essa non le appartiene, voi non potete spenderla.

Levitico 27:31: "Se uno vuole riscattare una parte della sua decima, vi aggiungerà il quinto".

Se un fattore vuole riscattare la sua decima, Dio dice "d'accordo", ma bisogna allora pagare il venti per cento in più su ciò che è riscattato. Però, se si utilizzano questi semi, si avrà ben inteso una migliore raccolta.

Voi capirete bene che questo riscatto concerne gli agricoltori. Non è questione di riscattare il vostro assegno o il denaro che voi depositate dopo avere ricevuto la vostra quindicina o il vostro salario alla fine del mese.

Levitico 27:32: "E ogni decima dell'armento o del gregge, il decimo capo di tutto ciò che passa sotto la verga del pastore, sarà consacrata all'Eterno".

La decima non concerne solamente i cereali, la frutta, ma anche tutto quello che vive di questa vegetazione.

Levitico 27:33: "Non si farà distinzione fra animale buono o cattivo, e non si faranno sostituzioni; e se si sostituisce un animale all'altro; ambedue saranno cosa sacra; non si potranno riscattare".

Non ci si deve impensierire per la qualità degli animali, mentre questo è autorizzato per i grani. Se l'animale è presentato come offerta, allora deve essere della migliore qualità, ma in ciò che concerne la decima degli animali, Dio non permette alcun cambiamento.

Immaginiamo adesso qualcuno di povero e che durante l'anno, questa persona non ha che quattro animali. Egli non deve pagare la decima, poiché non si può tagliare un animale a pezzi.

L'anno seguente, questa persona ne ha sei di più. Egli deve allora ricordarsi che, l'anno precedente, egli non ha pagato nulla a Dio. E' durante questo secondo anno che egli darà la decima, cioè il decimo animale.

Poiché tutto appartiene a Dio, noi dobbiamo prima pagare la decima prima di pagare altre cose.

Ma notiamo il modo che Dio gestisce! Noi diciamo che in principio la decima è il primo decimo. Ma è un principio.

In effetti, in ciò che concerne gli animali, Dio non prende il primo animale prima che ce ne siano nove altri. Perché? Poiché Dio è molto giusto. Egli sa che vi è della gente che devono aspettare parecchi anni prima di averne dieci. Ecco perché, in questo caso, è il decimo animale che ritorna a Dio.

Noi possiamo constatare che nel libro del Levitico, scritto circa un anno dopo l'Esodo, noi troviamo un riferimento alla decima e che essa è data come se la gente la conoscesse già.

In più, ciò che noi leggiamo, non è una descrizione della decima, noi troviamo come amministrarla. Non ce la mostra qui come una dottrina sotto forma di legge, ma si tratta di una dichiarazione amministrativa sotto forma di legge.

Levitico 27:34: "Questi sono i comandamenti che l'Eterno diede a Mosé per i figlioli d'Israele, sul monte Sinai".

La decima si collega all'ottavo comandamento! Facendo bene attenzione alle istruzioni che noi abbiamo letto nel libro del Levitico, noi possiamo renderci conto che la maggior parte di loro si collega da vicino o da lontano ai dieci comandamenti.

Tra il momento quando YHVH chiamò Mosé per dargli le istruzioni riprese nel Levitico e il momento dove Egli gli dà le direttive nel libro dei Numeri, è trascorso un mese.

Ricordatevi che il tabernacolo è stato edificato il primo giorno del primo mese del secondo anno dopo l'uscita dall'Egitto e che l'Eterno ha subito chiamato Mosè. E' durante il primo giorno del secondo mese che Mosé iniziò a ricevere ciò che noi esamineremo presto nel libro dei Numeri.