IL LIBRO DELL'APOCALISSE

Numerose persone hanno delle difficoltà a capire il libro dell'Apocalisse. Esse cercano delle precisioni che permetterebbero loro di afferrarne la trama e di comprendere quello che è "il Giorno del Signore".

Leggiamo i due primi versetti del libro dell'Apocalisse: "La rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli ha data per mostrare ai suoi servitori le cose che debbono avvenire in breve; ed egli l'ha fatta conoscere mandandola per mezzo del suo angelo al suo servitore Giovanni, il quale ha attestato la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, tutto ciò ch'egli ha veduto" (Apoc. 1:1-2).

Giovanni parla di tutto ciò che ha veduto nella sua visione, cioè a dire tutti gli avvenimenti che precedono il ritorno di Cristo, così come la discesa della Nuova Gerusalemme. Questa visione gli ha permesso di osservare tutti questi avvenimenti come se lui ne era presente. Egli ha visto tutti gli eserciti moderni che noi conosciamo oggi, delle armi che ha provato a descrivere con la conoscenza della sua epoca. Noi possiamo comprendere perché egli ha paragonato gli elicotteri alle cavallette giganti.

Come voi potete constatarlo, molti si ingannano affermando che si tratta di un libro nascosto, allora che si tratta di una rivelazione. In questa rivelazione, Dio svela a Giovanni tutti gli avvenimenti che dovevano compiersi fino al ritorno di Cristo e anche al di là del Suo avvento.

Contrariamente al libro di Daniele che doveva essere suggellato fino al tempo della fine (Daniele 12:4), questa rivelazione non doveva essere suggellata secondo l'ordine dato all'apostolo Giovanni dall'angelo.

"Poi mi disse: Non suggellare le parole della profezia le parole di questo libro, perché il tempo è vicino" (Apoc. 22:10).

Perché l'angelo dice che il tempo è vicino? Poiché un messaggio è dato per ognuna delle sette epoche della Chiesa di Dio che vanno a succedersi durante i secoli. Bisogna dunque che la prima, anche essa, possa prenderne conoscenza.

Le profezie contenute in questo libro sono state date da Dio a Gesù Cristo e Gesù Cristo le trasmette al Suo servitore per l'intermediario di un angelo. E' un messaggio destinato a rivelare ai veri servitori di Dio, a coloro che vivono di ogni parola che esce dalla bocca di Dio, ciò che deve avvenire.

Se questo messaggio è destinato ai veri servitori di Dio, noi possiamo comprendere perché questo libro è incomprensibile per coloro che non si impensieriscono di applicare, nella loro vita, tutte le istruzioni contenute nella Bibbia.

Al momento in cui l'apostolo Giovanni ha questa visione, è già di un'età avanzata. In effetti, egli ha redatto il racconto della sua visione verso l'anno 90-95, dunque più di 60 anni dopo la morte e la resurrezione di Cristo.

A quell'epoca, egli si trovava nell'isola di Patmos, una isola del Dodecanneso nelle Sporadi del sud a 120 Km a sud ovest di Efeso. Questa isola rocciosa e arida è situata nel mare Egeo. Verso la fine del 1° secolo, vi si confinavano gli esuli.

Perché Giovanni è proscritto? Perché lui, l'ultimo dei dodici, è in esilio su questa isola? L'imperatore Domiziano riscontra una forte opposizione per la quale ha tenuto responsabili gli aristocrati, i filosofi ed altri ancora. Egli si mise a perseguitare anche i Giudei ed i cristiani.

Delle false dottrine erano propagate in seno alla Chiesa edificata da Cristo e coloro che si opponevano per difendere la verità erano cacciati. Tutte le accuse erano buone per allontanarli dalle congregazioni.

La seconda e terza epistola di Giovanni ci danno un'idea di questi avvenimenti tragici.

Immaginate questo uomo anziano, Giovanni, esiliato sull'isola di Patmos, scrivendo queste brevi epistole. Notate quanto egli insiste sulla verità e sull'amore. Nella prima epistola, egli insiste sull'osservanza dei comandamenti. In questa stessa epistola, egli scrive che: "Perché questo è l'amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti" (I Giov. 5:3) e che: "Da questo conosciamo che siamo in lui, chi dice di dimorare in lui deve, nel modo che egli camminò, camminare anch'esso" (I Giov. 2:6).

Giovanni non mette i cristiani in guardia contro un pericolo prossimo. No! Egli sà che il pericolo è già scivolato nel seno delle congregazioni. L'apostolo Paolo aveva scritto da molto tempo, nella sua seconda lettera ai Tessalonicesi che: "Il mistero dell'empietà [coloro che sono senza legge] è già all'opera" (II Tessalonicesi 2:7).

Nell'anno 66, Giuda il fratellastro di Gesù, aveva scritto: "Poiché si sono intrusi fra noi certi uomini, (per i quali abantico è scritta questa condanna), empi che volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio e negano il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo" (Giuda 4).

Come potevano cambiare la grazia di Dio in dissoluzione? Affermando semplicemente che, poichè erano sotto la grazia, essi non dovevano più impensierirsi della legge, poiché essa era abolita. Essi incitavano così i cristiani a vivere nella irregolarità, nella corruzione, nella trasgressione della legge che è il peccato.

Leggiamo ciò che l'apostolo Giovanni scrive: "L'anziano alla signora eletta e ai suoi figliuoli che io amo in verità (e non io soltanto ma anche tutti quelli che hanno conosciuto la verità) a cagione della verità che dimora in noi e sarà con noi in eterno: grazia, misericordia, pace saranno con noi da Dio Padre e da Gesù Cristo, il Figliuolo del Padre, in verità e in carità" (II Giov. 1-3).

Notiamo quanto egli insiste sulla verità! Perché? Poiché le false dottrine erano già là, delle dottrine emananti dal paganesimo, ma che già si brandivano sotto un'etichetta cristiana.

Già si distruggevano gli scritti della vera chiesa di Dio. Si andava fino a bruciarli per poter meglio imporre le dottrine emananti dalla religione babilonese.

E Giovanni prosegue: "Mi sono grandemente rallegrato di aver trovato dei tuoi figliuoli che camminano nella verità, come ne abbiamo ricevuto comandamento dal Padre. E ora ti prego, signora, non come ti scrivessi un comandamento nuovo, ma quello che abbiamo avuto dal principio: Amiamoci gli uni gli altri! E questo è l'amore: che camminiamo secondo i suoi comandamenti. Questo è il comandamento che avete udito dal principio onde camminate in esso" (II Giov. 4-6).

Avete ben capito quello che Giovanni scrive alla signora? Il vero amore non è quello che si racconta ormai, è quello che hanno imparato dal principio. Si pretende che Cristo sia venuto per abolire la legge, ciò è falso. Si ha spesso la parola "amore" in bocca senza sapere quello che è il vero amore.

Cristo è venuto per compire la legge, lasciandoci così un esempio che noi dobbiamo seguire, mostrandoci come dobbiamo vivere, quale strada noi dobbiamo seguire.

Giovanni spiega loro che devono rigettare il paganesimo, tutto ciò li allontana dalla vera dottrina, dall'esempio di Cristo, dal Suo esempio.

Questo avvertimento è sempre valevole oggi ed è per questa ragione che è stato preservato nella Parola di Dio.

Ma ritorniamo al libro dell'Apocalisse nel quale Giovanni ha scritto: "Io, Giovanni, vostro fratello e partecipe con voi della tribolazione, del regno e della costanza in Gesù (...)" (Apoc. 1:9).

Giovanni è perseguitato come molti altri, ma è ripieno di perseveranza come è il caso per molti.

Egli prosegue dicendo: "(...) Ero nell'isola chiamata Patmo a motivo della Parola di Dio e della testimonianza di Gesù. Fui rapito in Ispirito nel giorno del Signore, e udii dietro a me una gran voce, come di una tromba che diceva: Quel che tu vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette chiese: a Efeso, a Smirne, a Pergamo, a Tiatiri, a Sardi, a Filadelfia e a Laodicea" (Apoc. 1:9-11).

Giovanni ha una visione, è come se guardasse un film di tutto quello che deve svolgersi nella Chiesa e nel mondo. Egli è rapito, elevato, trasportato in spirito all'epoca del Giorno del Signore, che è il grande e terribile giorno della collera dell'Eterno e che è ugualmente descritto dai profeti Gioele e Sofonia.

La voce che Giovanni sente è quella di Cristo ed Egli gli chiede di scrivere e di inviare i messaggi alle sette chiese.

Giovanni aggiunge: "E io mi voltai per vedere la voce che mi parlava; e come mi fui voltato, vidi sette candelabri d'oro; e in mezzo ai candelabri Uno simile a un figliuol d'uomo, vestito di una veste lunga fino ai piedi, e cinto di una cintura d'oro all'altezza del petto. E il suo capo e i suoi capelli erano bianchi come candida lana, come neve; e i suoi occhi erano come una fiamma di fuoco; e i suoi piedi erano come terso rame, arroventato in una fornace; e la sua voce era come la voce di molte acque. Ed Egli teneva nella sua mano destra sette stelle; e dalla sua bocca usciva una spada a due tagli, acuta, e il suo volto era come il sole quando splende nella sua forza" (Apoc. 1:12-16).

Ecco dunque la descrizione di Cristo, tale che Giovanni l'ha visto durante questa visione. Egli non era più sulla croce e per causa, Egli è resuscitato da molto tempo. Egli non ha dei lunghi capelli come lo si rappresenta così spesso, poiché è Lui che ha ispirato l'apostolo Paolo di scrivere che è un disonore per l'uomo portare i capelli lunghi (I Cor. 11:14).

La spada a due tagli era un'arma temibile per quell'epoca. Ma quale è quest'arma che Giovanni vede uscire dalla bocca di Cristo? Paolo ci dice che questa spada è la Parola di Dio. In effetti, egli ha scritto: "Perché la parola di Dio è evidente ed efficace, è più affilata di qualunque spada a due tagli, e penetra fino alla divisione dell'anima e dello spirito (altrimenti detto: corpo e intelligenza)" (Ebrei 4:12).

Come voi lo constaterete continuando la lettura di questo capitolo, davanti allo spettacolo di una tale gloria, di una tale meraviglia, Giovanni svenne. Questo splendore era più di quello che egli poteva sopportare.

Leggete questo libro dell'Apocalisse, leggete questa rivelazione che ci è destinata. Poiché Giovanni ha scritto sotto l'inspirazione divina: "Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e serbano le cose che sono scritte in essa, poiché il tempo è vicino" (Apoc. 1:3).

Se voi volete avere il cuore in pace, se voi volete far parte di quei beati che comprenderanno, leggete questa descrizione e ritenetela a memoria. Non dimenticate che Cristo ha dichiarato che la verità vi affrancherà (Giov. 8:31-32).