CHE COSA E' LA MORTE


Molte persone sono angosciate all'idea di vedere venire il momento inevitabile di affrontare la morte, la LORO morte.

Perché questa inquietudine e questo timore, quando la Bibbia ci afferma che noi siamo polvere e che ritorneremo semplicemente in polvere?

Questo timore della morte è provocato dal nostro istinto di protezione della vita e dalla paura dell'incognito, il timore di ciò che ci arriverà quando il soffio della vita ci lascerà.

La morte è come una nemica e la maggioranza degli esseri umani la teme. Perché? Perchè l'al di la resta un mistero per loro.

Dobbiamo temere di bruciare per tutta l'eternità in un inferno in uno stagno di fuoco che ci tormenterà per sempre? Credete voi che questa è la sorte riservata ai malvagi, da un Dio che la Bibbia ci dice di essere un Dio d'amore, di bontà e di misericordia?

Molte persone sono convinte di avere un'anima immortale e affermano che esse continueranno a vivere dopo la morte. In questo caso, la morte sarebbe solo parziale, poiché l'uomo continuerebbe a vivere in paradiso, in inferno o in purgatorio per esempio.

La morte non sarebbe che il trasferimento di una vita terrestre verso un altro luogo che potrebbe situarsi in cielo o da qualche altra parte. Ma che dice la bibbia su questo soggetto che ci concerne tutti?

La morte è come una voragine che tuffa la maggior parte degli uomini nel timore. Quale che sia la nostra forza, la nostra salute, la nostra intelligenza, la nostra fortuna, noi constatiamo la nostra impotenza davanti ad essa. Tutti gli sforzi spiegati dalla scienza non possono preservarci all'infinito da questa nemica.

Però, se l'uomo si prendesse la pena di esaminare le Scritture in ogni obbiettività, comprenderebbe ciò che l'attende quando il soffio di vita lo avrà lasciato.

Colui che ci ha dato la vita, il nostro Creatore, ci dice ciò che è la vita in Giacomo 4:14: "Mentre non sapete quello che avverrà domani! Che cos'è la vita vostra? Poiché siete come un vapore che appare per un po' di tempo e poi svanisce (...)".

Poiché la nostra vita sparisce, essa non continua in un altro luogo, in un altro luogo che si chiama paradiso inferno o altra cosa.

La Bibbia ci dice che l'uomo è polvere. Davanti la morte, non è superiore agli animali. Verifichiamo quello che afferma l'Ecclesiaste che è stato scritto sotto l'ispirazione divina:

"Poiché la sorte dei figliuoli degli uomini è la sorte delle bestie; come muore l'uno così muore l'altra; hanno tutti un medesimo soffio, e l'uomo, non ha superiorità sulla bestia; poiché TUTTO è vanità. TUTTI vanno in un medesimo luogo; TUTTI vengono dalla polvere, e TUTTI ritorneranno alla polvere" (Ecclesiaste 3:19-20).

Al momento che Adamo ha ricevuto il soffio della vita, divenne un essere vivente (Genesi 2:7), divenne un'anima vivente, un "nephesh" secondo la parola originaria ebraica. La sua superiorità biologica sull'animale è nulla. Perché? Poiché come noi veniamo dal leggere nel libro dell'Ecclesiaste, TUTTO è stato fatto dalla polvere e TUTTO ritornerà alla polvere che si tratti di uomini o di animali, poco importa!

In Ezechiele 18:4 e 20, "L'anima che pecca sarà quella che morrà". Certi vogliono fare credere, all'incontro delle Scritture, che possedono un'anima immortale, affermano, storcendo la verità biblica, che questo versetto significa di non morire eternamente, ma di essere privato della presenza di Dio per l'eternità. Ma la Bibbia dice "l'anima che pecca è quella che morrà" - punto e basta!

E' dunque evidente che non vi è nell'uomo, un'anima immortale. Per contro, la Bibbia ci rivela che l'uomo ha ricevuto da Dio uno spirito, una intelligenza, che non è un'anima e che ritorna verso Dio a cui gli appartiene. L'uomo è e rimane una creatura fisica e temporanea, e niente altro ricordatevelo: Tutto è polvere e ritornerà in polvere!

Il libro di Giobbe dichiara sul soggetto del Dio Onnipotente: "Se Egli non ponesse mente che a sé stesso, se ritirasse a sé il suo spirito e il suo soffio, ogni carne (tutte le crature) perirebbero d'un tratto, e l'uomo ritornerebbe in polvere" (Giobbe 34:14-15).

Alla luce di ciò che abbiamo visto nella Bibbia, va da sé che lo spiritismo, la comunicazione con i morti, è un fatto impossibile. Questo genere di sedute, quando non è che uno scherzo, mette gente in contatto con i demoni, come lo spiega l'episodio del re Saul e la maga di En-dor (I Samuele 28).

La morte è l'assenza TOTALE di vita e di coscienza. Davide, angosciato dalle prove che i suoi nemici lo affliggevano, domanda a Dio "Ritorna, o Eterno, libera l'anima mia; salvami, per amore della tua benignità. Poiché nella morte non c'è memoria di te; chi ti celebrerà nel soggiorno dei morti?" (Salmo 6:4-5).

Davide sapeva dunque che da vivente poteva lodare Dio, ma da morto non lo poteva più.

Vediamo altri versi biblici, dalla quale Davide conferma ciò che noi stiamo vedendo: "Io ho gridato a te, o Eterno; ho supplicato l'Eterno dicendo: Che profitto avrai dal mio sangue se io scendo nella fossa? Forse che la polvere ti celebrerà? Predicherà essa la tua verità?" (Salmo 30:9-10).

Davide ricorda all'Eterno che se perderebbe la vita, Egli ritornerebbe alla polvere e non potrebbe più lodare Dio e raccontare la Sua fedeltà. Davide sapeva che la sua vita era nel sangue come lo conferma Levitico 17:11 e 14.

Comprendendo che Dio lo proteggeva dalla morte che lo minacciava, dice: "O Eterno, tu hai fatto risalire l'anima mia dal soggiorno dei morti" (Salmo 30:4). Notate che Davide dice che l'Eterno ha fatto risalire la sua anima dal soggiorno dei morti, poiché Davide aveva visto la morte talmente da vicino, che si considerava come morto, come avendo già un piede nella tomba.

Egli ripete ancora: "Tu liberi la mia anima dal soggirno dei morti" (Salmo 86:13). Egli ripete encora: "Opererai tu qualche miracolo per i morti? I trapassati risorgeranno essi a celebrarti? La tua benignità sarà essa narrata nel sepolcro, e la tua fedeltà nel luogo della distruzione? Le tue meraviglie saranno esse note nelle tenebre, e la tua giustizia nella terra dell'oblio?" (Salmo 88:11-13).

Egli fece ancora un'altra dichiarazione che non lascia posto ad alcun dubbio sul lo stato dei morti: "NON sono i morti che lodano l'Eterno, ne ALCUNO di quelli che scendono nel luogo del silenzio" (Salmo 115:17).

Davide era un uomo secondo il cuore di Dio (Atti 13:22). Dio ascoltava le sue preghiere. Tuttavia, il giorno della Pentecoste che seguiva la morte, la resurrezione e l'ascensione di Cristo, Pietro prese la parola e disse di lui: "Davide non è salito in cielo" (Atti 2:34).

Pietro sapeva che Davide, come Mosé, Abramo e tanti altri, dormono nel sonno profondo della morte. Poiché la morte non è che un lungo sonno profondo. Vi è sicuramente successo di dormire profondamente, che svegliandovi, vi ci è voluto qualche secondo per sapere dove eravate.

Parlando dei giusti e del tempo della fine, Daniele scrive: "E molti di coloro che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni alla vita eterna, gli altri per l'obbrobrio, per una eterna infamia" (Daniele 12:2).

Giobbe era stato afflitto da una prova terribile, così penosa, che aveva il rammarico di non essere morto, egli afferma:
"Ora mi giacerei tranquillo, dormirei, ed avrei così riposo con i re e con i consiglieri della terra" (Giobbe 3:11-19).

Parlando del Suo amico Lazzaro che era morto da quattro giorni, Gesù disse ai Suoi discepoli: "Il nostro amico Lazzaro si è addormentato, (ma vedendo che non capivano, Gesù si esprime altrimenti e dice:) Lazzaro è morto" (Giov.11:11-14).

Quando Iairo, Capo della sinagoga, fu avvertito che la sua figlia stava per morire, Gesù andò da lui: "Or tutti piangevano e facevano cordoglio per lei. Ma Egli disse: Non piangete; Ella non è morta, ma dorme. E si ridevano di lui sapendo che era morta. Ma Egli presala per la mano, disse ad alta voce: Fanciulla, levati! E lo spirito di lei tornò; ella si alzò subito" (Luca 8:49-56).

Gesù sapeva che essa era morta, ma come per Lazzaro, Egli sapeva anche che l'avrebbe risuscitata, e gli rese la vita.

E' a partire da quel momento dove lo spirito (il "pneuma" secondo la parola greca originale, ciò che non ha nulla a vedere con l'anima), il soffio di vita ritorna in lei, essa ridiviene un essere vivente.

Un morto è incosciente. Non si rende conto del tempo che passa e rimane in questo stato fino alla resurrezione. Abramo, Giacobbe, Mosè, Davide e tanti altri, compresi Paolo e gli altri apostoli sono tutti nel profondo sonno della morte. L'apostolo Giovanni a cui Cristo gli ha affidato Sua madre non esita a scrivere più di 60 anni dopo la resurrezione di Cristo e più di 35 anni dopo la morte di Maria che: "E nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: Il Figliuol dell'uomo che è nel cielo" (Giovanni 3:13).

E fu lo stesso per Cristo. La Sua incoscienza fu totale e completa durante i tre giorni e le tre notti dove Egli rimase nella tomba. Certi affermano che durante questo periodo, durante queste 72 ore, Gesù era cosciente poiché Egli era andato a predicare agli spiriti in prigione.

Questa affermazione è basata su un passagio che è tratto fuori dal suo contesto. Noi l'esamineremo più tardi.

Esaminiamo dunque un altro passo del libro dell'Ecclesiaste: "Tutto succede ugualmente a tutti; la MEDESIMA sorte attende il giusto e l'empio, il buono e puro e l'impuro, che offre sacrifici e chi non li offre; tanto è il buono QUANTO il peccatore (avete voi capito bene questa frase, essa è molto importante) tanto è colui che giura quanto chi teme di giurare. Questo è un male fra tutto quello che si fà sotto il sole: che TUTTI abbiamo una MEDESIMA sorte; e così il cuore dei figliuoli degli uomini è pieno di malvagità e hanno la follia nel cuore mentre vivono; poi, se ne vanno AI MORTI (non è il caso di paradiso o d'inferno, no, i morti ritornano semplicemente alla polvere. E prosegue con una molto buona questione, che faremo bene di meditare:) Poiché chi ne è esente? (Non ci sono eccezioni per le persone, tutti buoni o cattivi, giusti o ingiusti, tutti vanno nello stesso luogo, nessuno possiede un'anima, chi sale in cielo o chi discende in inferno) Per chi è associato a tutti gli altri viventi C'E' speranza; perché un cane vivo VAL MEGLIO di un leone morto. Difatti i viventi sanno che morranno, ma i morti non sanno nulla" (Ecclesiaste 9:2-5).

Se voi non credete in questo passo, allora è inutile dirsi cristiani, discepoli di Cristo, poiché è Lui, l'Eterno dell'Antico Testamento che ha ispirato queste parole.


GESU' E' STATO VERAMENTE MORTO?

La Bibbia ci rivela che noi non abbiamo un'anima immortale, capace di lasciare questo corpo per andarsene in un altro luogo.

Adamo è stato creato dalla polvere della terra e l'Eterno Dio ha fatto in modo che diventò un essere vivente, un'anima vivente, ma Egli gli fece comprendere che un giorno, sarebbe morto, poiché era polvere, e ritornerebbe in polvere.

Però, ci sono certi passi della Bibbia che, quando sono presi fuori dal loro contesto, potrebbero lasciare credere il contrario.

Se la Bibbia è veramente di ispirazione divina, essa non può contraddirsi. Per conseguenza, quando a uno sembra che delle contraddizioni si presentano, e solo una apparenza, poiché la parola di Dio è coerente. Noi dobbiamo dunque verificare diverse traduzioni e ben esaminare il testo nel suo minimo tettaglio.

Iniziamo con l'esempio del malfattore sulla croce. Vediamo la domanda che lui formula: "E disse a Gesù: Ricordati di me quando sarai venuto nel tuo regno" (Luca 23:42).

Capite bene la domanda! Questo malfattore non chiede a Gesù di ricordarsi di lui al momento della Sua morte, o ancora la sera stessa, no gli chiede di ricordarsi quando Egli verrà (notate bene il tempo futuro del verbo) nel suo regno.

Voi sapete, tutti come me, che Cristo non è ancora venuto a stabilire il Suo regno. Non è ancora venuto nel Suo regno.

"E Gesù gli disse: Io ti dico in verità che oggi tu sarai meco in paradiso" (Luca 23:43).

Diverse opere fanno notare che la parola "oggi" è un'espressione, un storcere idiomatico, che sottolinea il carattere solenne della promessa fatta. Questa stessa espressione è spesso utilizzata nella relazione di un atto notarile.

Il malfattore poteva essere in quel giorno in paradiso? La risposta è no! Non lo è neanche oggi!

Più di 60 anni dopo la morte di Gesù e anche dopo la morte di Stefano, di Maria, di Paolo, di Pietro e molti altri, l'apostolo Giovanni ha scritto nel suo Evangelo: "E nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figliuolo che è nel cielo" (Giovanni 3:13).

La Bibbia ci rivela che la resurrezione dei morti in Cristo avrà luogo quando la settima tromba suonerà. Ed è certo che il malfattore sarà, allora, con Cristo nel paradiso che sarà stabilito su questa terra.

E' in quel momento che il Messia ritornerà per regnare a Gerusalemme, come Re dei re e Signore dei signori.

Al momento che io vi parlo il malfattore è sempre nella tomba. Egli dorme del sonno profondo della morte. Ed è anche il caso per tutti gli altri morti: "Difatti, i viventi sanno che morranno; ma i morti non sanno nulla" (Ecclesiaste 9:4-5).

Cristo è salito verso Suo Padre appena dopo la Sua morte, prima che i tre giorni e le tre notti siano terminate? Assolutamente no!

Gesù stesso ci da la risposta. Poiché quando la domenica mattina dopo la Sua resurrezione, Egli incontra Maria: "Gesù le disse: Maria! Ella, rivoltasi, gli disse in ebraico Rabbunì! Che vuole dire Maestro! E Gesù le disse: Non mi toccare, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli, e dì loro: Io salgo dal Padre mio e dal Padre vostro, All'Iddio mio e Iddio vostro" (Giovanni 20:1, 16 e 17).

Le Scritture ci dicono che Cristo fu fatto carne! Cioè a dire, Colui che è esistito per tutta l'eternità e per il quale Dio ha creato tutte le cose fu incarnato.

Quando Egli visse sulla terra, Gesù era un'essere fisico fatto di carne e sangue. Egli era Dio fatto carne. La vita, che faceva di Lui un'essere carnale vivente, risiedeva nel sangue, come lo è per il caso per tutti gli uomini e gli animali (Levitico 17:11).

Egli aveva COMPLETAMENTE abbandonato la Sua divinità. Egli si era spogliato per divenire simile agli uomini (Filippesi 2:7). Era divenuto semplicemente un'essere umano come voi e me.

Prima di quello, era un Dio (I Timiteo 3:16). Questo significa che, come noi, uomini, noi partecipiamo al sangue e alla carne, Gesù Cristo ha participato al sangue e alla carne.

Per poter MORIRE Egli è stato fatto carne, Egli è divenuto un uomo. Alla Sua nascita, Egli rivestì la natura umana, Egli fu tentato in tutti i punti, come noi lo siamo ed Egli soffrì come noi soffriamo.

Tutto questo, per morire per noi affinchè i nostri peccati potessero essere cancellati e perdonati!

Gesù morì. Durante tre giorni e tre notti, durante 72 ore, la seconda persona della famiglia divina, EMMANUELE, Gesù Cristo, è rimasto nella tomba.

La vita aveva lasciato Gesù. Essa è svanita dalle Sue vene in seguito al colpo di lancia di un soldato romano. Ma dopo questo periodo di 72 ore, il Padre, che è il più alto personaggio della famiglia divina, l'Altissimo, risuscita Gesù di fra i morti.

Molte persone pretendono che Cristo ha predicato agli spiriti in prigione durante tre giorni e tre notti, durante la quale il Suo corpo era morto.

Essi credono che il corpo, nel quale il Cristo ha vissuto è morto, ma che Lui stesso non è mai morto, poiché Dio non può morire.

Se hanno ragione, noi siamo tutti perduti e condannati alla morte eterna (Rom. 6:23)! Se Cristo non è morto e che solo il Suo corpo fisico è morto, allora noi non abbiamo un Salvatore e siamo tutti perduti.

In realtà è ciò che la Bibbia rivela. La Parola, l'Eterno dell'Antico Testamento, è stata fatta carne. Egli è stato concepito nel seno di una donna per la potenza dello Spirito Santo. Egli ha abbandonato la Sua divinità per rivestire la natura umana.

E' vero che un Dio non può morire. E' giustamente per questo che l'Eterno, il Logos, ha accettato di essere cambiato in un semplice uomo fatto di carne e di sangue, alfine di morire per i nostri peccati.

Ma Dio il Padre regna sempre in cielo ed Egli lo ha risuscitato dai MORTI, ciò che gli permette di recuperare la Sua divinità. Solo un morto può essere risuscitato, non un'essere vivente.

Il Cristo, il Messia è morto. In nessuna parte delle Scritture, voi troverete che Egli fece qualcosa durante quei tre giorni e quelle tre notti.

Alla Sua resurrezione, il Suo corpo fisico era stato trasformato in un corpo spirituale, immortale e incorruttibile. Però, come tutti gli esseri spirituali, Egli poteva riprendere una forma umana per mostrarsi agli apostoli ed ai discepoli.

Non dimenticate che quando Egli si era presentato ad Abramo alla quercia di Mamré in compagnia dei Suoi due angeli, L'Eterno aveva preso una forma umana, poiché anche dopo molto tempo che siamo nella carne, i nostri occhi non possono vedere ciò che è spirituale.

Tutto questo è confermato da Paolo che scrive nella prima epistola ai Corinti: "Or questo dico, fratelli, che la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio: né la corruzione (ciò che è corruttibile) non ereditare la incorruttibilità. Ecco, io vi dico un mistero: Non tutti morremo, ma tutti saremo mutati, in un'istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba. Perché la tromba suonerà, e i morti risusciteranno INCORRUTTIBILI, e noi saremo mutati. Poiché bisogna che questo corpo corruttibile rivesta incorruttibilità, e che questo mortale rivesta L'IMMORTALITA" (I Corinzi 15:50-53).

Abbandonando la Sua divinità, Cristo fu mutato, trasformato in essere umano soggetto alla morte. Più tardi, per una resurrezione di tra i morti, il Suo corpo fu mutato, trasformato in un corpo immortale ed Egli recuperò la Sua divinità. Egli è dunque vivo in eterno, Egli è rimasto morto durante tre giorni e tre notti.

Come la Bibbia lo conferma, Egli attraversò tutti questi avvenimenti avendo fiducia nel Padre, sapendo che Lui l'avrebbe riportato alla vita. Ecco dunque il prezzo pagato per tutti. Si è dato alla morte per tutta l'umanità e, agendo così, Egli ci ha riscattati, poiché Egli non ha mai peccato. Con la Sua morte, Egli ha pagato l'ammenda del peccato al nostro posto.

Durante tutto il tempo dove Egli si trovava nella tomba, fino al momento della Sua resurrezione, Gesù fu incosciente, come lo sono ancora oggi tutti questi grandi personaggi tali che Abramo, Giacobbe, Mosè, Davide e tutti gli apostoli.

Vediamo adesso I Pietro 3:18-20: "Cristo (...) essendo stato messo a morte quanto all carne, ma vivificato quanto allo spirito; e andò anche a predicare agli spiriti ritenuti in carcere, i quali un tempo furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava, ai giorni di Noè, mentre si preparava l'arca; nella quale poche anime, cioè otto, furono salvate tra mezzo l'acqua".

Al momento della Sua resurrezione, Cristo è ritornato in vita per lo Spirito Santo che è la potenza emanata da Dio, è anche il pensiero di Dio. Ma poco tempo prima del diluvio, Egli si servì di questa potenza per andare a predicare agli spiriti in prigione, a coloro che secondo Giuda 6 "Sono incatenati eternamente nelle tenebre", a coloro che prima erano stati increduli e ribelli.

Già, prima del diluvio, Satana e i suoi demoni si erano ben aquisiti al loro compito, che quasi tutta l'umanità viveva nella via della perdizione, nell'ingiustizia, nel peccato e l'immoralità.

Cristo è andato a predicare agli spiriti, agli angeli decaduti, che sono confinati su questa terra (Luca 10:18 e Apocalisse 12:9). Quando Egli andò a predicare ai demoni? Quando la pazienza di Dio si prolungava, all'epoca di Noè, durante la costruzione dell'arca.

Cristo non poteva predicare ai morti, poiché costoro sono incoscienti e dormono fino alla loro resurrezione.

Non c'è verità più semplice che questa.